Nomina Commissario Cdb, Benedetto (Cd): una figuraccia

Per l’esponente del Centro democratico: “un rivoluzionario si trasforma in Donchisciotte”

&ldquo;&lsquo;La &ldquo;rivoluzione&rsquo;&rdquo; del presidente Pittella &egrave; inciampata in una figuraccia che, sicuramente si poteva evitare, con conseguenze di immagine e, non solo, che si ripercuotono sul mondo agricolo lucano al punto da alimentare ulteriore sfiducia nelle istituzioni e nella politica&rdquo;. E&rsquo; il commento di Nicola Benedetto, capogruppo di Centro democratico in Consiglio regionale che aggiunge: &ldquo;senza fare del dietrologismo e dare credito alle numerose interpretazioni giornalistiche sul rifiuto del segretario della Cisl ad accettare l&rsquo;incarico di Commissario unico dei Consorzi di Bonifica, resta, comunque, l&rsquo;impatto negativo, risultato di una scelta dilettantistica ancora pi&ugrave; inspiegabile rispetto alla volont&agrave; di procedere a passo spedito verso la riforma della governance territoriale a partire dagli enti consortili, per i quali da anni &egrave; in piedi il progetto di riordino&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Non si pu&ograve; che esprimere preoccupazione &ndash; continua Benedetto &ndash; per l&rsquo;effetto innescato di ulteriore distacco da politica ed istituzioni degli agricoltori che stanno vivendo una fase di gravissima emergenza per le continue calamit&agrave; naturali, gli aumenti di spese aziendali (anche i servizi irrigui), la crisi di mercato. Conosco i problemi dei Consorzi di Bonifica e, per il poco tempo che ho avuto a disposizione, ho tentato di fare il possibile, come testimonia il tentativo di accordo con l&rsquo;Enel, per ridurre i pesanti deficit accumulati in anni di gestione commissariale che non sono stati in grado di dare risposte agli agricoltori e ne hanno accelerato la condizione di dissesto finanziario con le ben note conseguenze scaricate sul personale&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Mi auguro &ndash; dice Benedetto – che la vicenda serva da lezione al Presidente perch&eacute; per fare la rivoluzione non &egrave; sufficiente un leader se non ha al suo fianco una squadra di rivoluzionari autentici e, tra l&rsquo;altro, profondi conoscitori dei territori, delle comunit&agrave; e delle problematiche nelle quali calare la rivoluzione, una squadra con cui condividere scelte e decisioni che non possono trovare l&rsquo;alibi delle prerogative presidenziali, altrimenti si trasformano in una rivoluzione personale, da solo contro tutti con la possibilit&agrave; di ripetere ancora la figuraccia e di trasfigurare un rivoluzionario in un Donchisciotte&rdquo;.<br />&nbsp;&nbsp;

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