Si terrà a Grassano il 21 ottobre alle 18, nell'Auditorium della Pace, l'assemblea-dibattito sul permesso di ricerca idrocarburi Torrente Acqua Fredda. Lo rendono noto il Comitato No Triv Grassano e il Coordinamento nazionale No Triv che organizzano l'iniziativa.
"Il 31 luglio 217 con istanza pervenuta al Ministero dello sviluppo economico, ( BUIG n.7 del 31/07/2017, prot. n. 18719 ), la Società Aleanna italia S.r.l. rinuncia al permesso di ricerca ubicato nel comune di Grassano, denominato 'Torrente Acqua Fredda'. Scampato il pericolo dell’apertura di pozzi di estrazione petrolifera sotto casa – si legge nella nota di No Triv Grassano – vorremmo richiamare l’attenzione su altri rischi collegati all’industria petrolifera nel nostro territorio. Ci riferiamo con particolare attenzione al progetto di istituzione delle “Zone Franche Energetiche”, al monitoraggio
dello stato di consistenza dei pozzi esplorativi dismessi presenti sul territorio comunale ed allo stato delle sorgenti d’acqua esposte a forte rischio di contaminazione, così come già accade in molti comuni limitrofi alle aree esplorative ed estrattive.
La “Zona Franca Energetica” sarebbe una vera e propria “pietra tombale” sullo sviluppo della Basilicata poichè è facile prevedere che sarà lo strumento con cui le compagnie petrolifere, ed una classe dirigente abituata a costruire carriere e governo sulle roialties, comprerebbero il consenso
diffuso, in cambio del via libera definitivo ed irreversibile allo sfruttamento del territorio. Grassano, tra il centinaio di comuni che deliberò l’adesione alla ZFE proposta dal governo regionale, in realtà si distinse deliberando di aderire ad una zona a fiscalità agevolata ma obbligatoriamente “non collegata alle attività e ai prodotti dell’industria petrolifera”, confermando l’orientamento già espresso precedentemente contro il decreto governativo “sblocca Italia” e preparando l’ordinanza del sindaco Sanseverino che avrebbe vietato ogni attività di estrazione sul territorio comunale sulla base del
principio di precauzione.
Diversi sono i pozzi di idrocarburi perforati a partire dagli anni sessanta a scopo esplorativo, sparsi e abbandonati sul nostro territorio (censiti nella banca dati pubblica di MISE /UNMIG). Dopo oltre venti anni di estrazioni petrolifere in Basilicata – prosegue il comunicato di No Triv Grassano – abbiamo purtroppo imparato che i pozzi abbandonati e incustoditi possono essere fonte di rischi per la popolazione, a causa per esempio dello sversamento illegale di rifiuti pericolosi, della perdita di fluidi inquinanti provenienti dal sottosuolo, della mancata bonifica o ripristino dei suoli. E’ ora che le autorità competenti a partire dal Comune effettuino un monitoraggio dei pozzi dismessi ed informino la popolazione sullo stato dei luoghi. Chiediamo che il comune di Grassano non aderisca alla Zona Franca Energetica così come proposta dal governo regionale, che assuma misure di tutela del territorio dalle minacce presenti e future legate al dilagare dell’industria degli idrocarburi, chiediamo di attivarsi per la salvaguardia di risorse fondamentali come l’acqua per cui proponiamo di avviare un monitoraggio e un’analisi mirata delle acque sorgive presenti nel territorio comunale al fine di scongiurare qualsiasi possibile contaminazione".
Bas 05