“Non saranno certo le sagre e le feste patronali di Ferragosto a distogliere l’attenzione dagli effetti della nuova manovra antipopolare del Governo che tra liberalizzazioni, privatizzazioni, riduzioni di diritti e di salario, ha prodotto la seconda stangata ai ceti sociali più deboli in meno di un mese, dopo quella di luglio”. E’ il commento di Giacomo Nardiello, componente della direzione nazionale del Pdci-FdS.
"La situazione economica è catastrofica, ma – aggiunge – questa manovra è semplicemente liberticida. Tutto viene scaricato sui lavoratori e sul ceto medio, sui pensionati, sulle donne e sulle famiglie. E' una manovra che va impedita e come testimonia la prima manifestazione di protesta indetta spontaneamente dal comitato “Italia che non si piega”, con il presidio del Parlamento domani a Roma, sarà la mobilitazione popolare a contrastarla in maniera più efficace delle opposizioni in Parlamento. Sicuramente sarà necessario uno sciopero generale come propongono la Cgil e la Fiom. Sappiamo che la situazione è tale da rendere necessari sacrifici. Ma sacrifici che siano basati sull'equità, su una vera progressività, su misure di rilancio dell'economia che facc iano uscire il Paese dal pantano in cui è stato cacciato. Si tratta invece di una manovra a carattere classista ed inevitabilmente con effetti recessivi. I sacrifici sono soprattutto per le famiglie, ancora una volta pesantemente penalizzate, sia per i tagli alla spesa sociale, sia per la riduzione delle deduzioni e detrazioni, che interessano in gran parte i ceti meno abbienti.
La manovra – continua Nardiello – impone iniziative politiche e di mobilitazione anche in Basilicata per far sentire la protesta e modificarne i contenuti. Da parte della Giunta Regionale si richiede invece un monitoraggio della strategia di rigore, contenimento della spesa e tutela del welfare perseguita dal recente assestamento di bilancio per verificare se realmente sarà possibile salvaguardare oltre ai diritti alla salute raggiunti con l’introduzione dei ticket, di cui continuiamo ad essere contrari, quelli all’assistenza sociale, alla prosecuzione dei trattamenti di mobilità per migliaia di lavoratori, ai trasporti urbani ed extraurbani, alle scuole materne e primarie, per citare i problemi che più ci preoccupano per gli effetti dell’odiosa manovra di Governo. Il Governo Regionale è infatti chiamato a scelte sociali che vanno in tutt'altra direzione di quella indicata da Berlusconi-Tremonti-Bossi".
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