Napoli (Pdl): “ultima occasione per il petrolio”

Per il capogruppo del Pdl “necessita una politica non più tesa a svolgere un ruolo di mera intermediazione ma un soggetto che, invece, traccia le linee guida e verifica che le stesse siano opportunamente seguite”

&nbsp;&ldquo;L&rsquo;iniziativa dei parlamentari lucani del Pdl Guido Viceconte e Cosimo Latronico di pressing nei confronti del Governo per sbloccare l&rsquo;attuazione dell&rsquo;art. 16 del decreto liberalizzazioni, ferma da un anno e mezzo, ci offre una seconda possibilit&agrave;, rispetto a quella sprecata dopo il fallimento sinora registrato, che significa pensare ad un modello di sviluppo autenticamente nuovo&rdquo;. Lo sostiene Michele Napoli, capogruppo del Pdl in Regione.<br /><br />&ldquo;Quanto agli investimenti, non pu&ograve; passare inosservato &ndash; aggiunge – il fatto che ci sar&agrave; un impegno aggiuntivo da parte dello Stato di investimenti che si aggirerebbero intorno a due miliardi di euro (senza considerare gli investimenti delle compagnie petrolifere impegnate). Si tratta di numeri importanti, numeri che ovviamente ci devono indurre a riflettere sul futuro della Basilicata e sulle attivit&agrave; estrattive che insistono sul nostro territorio. Numeri che dimostrano non soltanto l&#39;importanza della questione petrolio in un momento di grande difficolt&agrave; per quanto riguarda l&#39;approvvigionamento dello stesso, ma anche sul ruolo che la Regione Basilicata pu&ograve; avere a rappresentare un&#39;opportunit&agrave; per il Paese. Ed allora, proprio in ragione di ci&ograve;, le compagnie petrolifere, lo stesso Stato, devono fare la loro parte in favore della Basilicata, questo a prescindere da tutto ci&ograve; che riguarda le royalties, che sono un aspetto a mio avviso per davvero marginale della vicenda. Credo sia arrivato il momento di passare dalle enunciazioni solenni alla attuazione concreta ovviamente di ci&ograve; che ci siamo prefissati, e i 4 assi strategici (la tutela dell&#39;ambiente, l&#39;incremento dell&#39;accessibilit&agrave; regionale attraverso la connessione con i nodi della rete nazionale, la creazione di nuova occupazione attraverso ricerca, formazione, nuove iniziative in campo turistico, ambientale, industriale; la creazione di un cluster dell&#39;energia a valenza nazionale ed internazionale) che sono nel Memorandum destano e devono destare l&#39;interesse non soltanto della classe politica ma anche dell&#39;opinione pubblica. Primo obiettivo &egrave; quello di superare innanzitutto il gap infrastrutturale&rdquo;.<br /><br />Secondo il capogruppo Pdl &ldquo; c&#39;&egrave; poi l&#39;obiettivo della creazione di nuova occupazione attraverso la ricerca, la formazione, le nuove iniziative imprenditoriali, e qui consentitemi di dire che una regione che non punta sulle risorse immateriali, che non prevede investimenti per il capitale umano, pone una pietra tombale su quello che &egrave; il suo futuro e le potenzialit&agrave; del suo sviluppo, per&ograve; utilizziamola questa occasione, ed utilizziamola per davvero, per dare vita a investimenti sulla formazione che va concepita con una leva essenziale della competitivit&agrave; e non, come invece &egrave; accaduto sinora una formazione intesa come semplice misura anticiclica ed assistenziale. E, allora, ben vengano progetti che prevedono l&#39;istituzione di un centro di studi europei sull&#39;energia, gli specifici corsi di alta formazione o di una scuola superiore di formazione sull&#39;energia. Non dobbiamo sottovalutare ulteriormente un dato: soltanto il 40% della mano d&#39;opera utilizzata dal Centro Oli di Viggiano &egrave; lucana, tutto il resto &egrave; una percentuale di lavoratori che viene da fuori; allora, poniamoci il problema di cominciare a chiedere alle compagnie petrolifere se, forse, &egrave; il caso di mettere a disposizione un elenco delle professionalit&agrave; occorrenti, per muoverci per tempo, per dar vita ad una formazione che crei le figure dalle quali poter, ovviamente, poi, le stesse attingere&rdquo;.<br /><br />Per Napoli &ldquo;necessita una politica non pi&ugrave; tesa a svolgere un ruolo di mera intermediazione, limitandosi semplicemente alla distribuzione o alla spartizione delle risorse, ma un soggetto che, invece, traccia le linee guida e, ovviamente, verifica che le stesse siano opportunamente seguite. Un cambiamento di tipo culturale, ce lo impone la storia, ce lo impone la dinamica del mercato, ce lo impone il futuro delle nostre comunit&agrave; locali. Io credo che su obiettivi ambiziosi, sul futuro del nostro territorio deve cimentarsi una classe politica e deve farlo con rinnovato entusiasmo, guardando al futuro di una comunit&agrave; che &egrave; la nostra comunit&agrave;.&nbsp;Non &egrave; un traguardo impossibile e questa volta non c&rsquo;&egrave; neppure l&rsquo;alibi dell&rsquo;assenza o carenza di trasferimenti statali. Perci&ograve; da qui pu&ograve; partire la nostra sfida, che &egrave; la sfida del futuro per una Basilicata che trasformi in beneficio tangibile ogni barile di greggio estratto&rdquo;.<br />&nbsp;&nbsp;

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