Tenuta, questa mattina, la conferenza stampa del consigliere Napoli sui Piani integrati di sviluppo urbano sostenibile. Presente il consigliere comunale di Potenza Antonino Imbesi
“I Piani di sviluppo urbano sostenibile – ha precisato Napoli – sono strumenti programmatici con i quali in Basilicata, come nel resto del Paese, si sarebbero dovuti costruire i capoluoghi del futuro. Programmi, dunque, finalizzati a promuovere le città, in quanto motori dello sviluppo e della competitività regionale, ad accrescere la diffusione e la disponibilità di funzioni e servizi urbani qualificati, a promuovere l’inclusione sociale e la coesione interna delle aree urbane”.
“ I Pisus – ha continuato Napoli – dovrebbero mirare a consolidare le vocazioni urbane dei due capoluoghi della Basilicata e, attraverso una serie di interventi, a fare di Potenza ‘la cittadella dei servizi avanzati’ e di Matera ‘un incubatore di creatività’, oltre che luogo di grande attrazione turistica. Purtroppo, nulla di fatto, tenendo presente che il programma aveva una dotazione finanziaria di 74 milioni di euro, quasi 41 per Potenza e poco più di 33 per Matera, messi a disposizione dall’Unione europea attraverso la Regione Basilicata nell’ambito del programma operativi Fesr 2007-20013 che ha, per la nostra regione, una dotazione complessiva di 752 milioni di euro. Il 10 per cento dell’intero programma operativo Fesr Basilicata – ha specificato Napoli – è, dunque, destinato ai Pisus di Potenza e Matera, in pratica l’asse V del Fesr Basilicata denominato ‘Sistemi urbani’ coincide con i Pisus delle due città capoluogo. Lo stato di avanzamento finanziario – ha sottolineato il consigliere – e, quindi, la capacità di spesa delle due città dei finanziamenti dell’asse V del Fesr è pari allo zero spaccato come dimostra il documento contabile della Ragioneria generale dello Stato. Un documento che testimonia in maniera inequivocabile i ritardi accumulati nell’utilizzo, per mezzo dei Pisus, dei finanziamenti messi a disposizione dall’Unione europea”.
“La verità – ha aggiunto Napoli – è che i Pisus del Comune di Potenza sono stati una autentica disfatta, come dimostra il prospetto riepilogativo datato 19 aprile 2012 secondo il quale il programma caratterizzato da una dotazione finanziaria di euro pari a 40.662.690 ha fatto registrare impegni di spesa per euro 2.449.000, vale a dire il 5 per cento circa e liquidazioni per euro 1.808.000, cioè circa il 3,5-4 per cento. Questi sono i veri dati considerati rilevanti dall’Ue il cui giudizio sulla capacità di spesa si fonda esclusivamente su quella effettivamente erogata dagli Enti destinatari dei programmi operativi e non sui progetti presentati o sulle gare di appalto eventualmente indette, atteso che l’iter amministrativo comporta che dall’indizione o dall’aggiudicazione dell’appalto alla effettiva corresponsione delle somme di danaro da parte della stazione appaltante trascorrono diversi mesi. Insomma, l’Europa paga per stati di avanzamento, non anticipa nulla e, soprattutto, non aspetta. Quindi, i fondi dei Pisus sono stati decurtati a causa dei ritardi nell’attuazione dei programmi operativi da parte delle amministrazioni lucane, ma verranno attribuiti, in seguito, dal Fondo di coesione e sviluppo. L’inghippo – a parere di Napoli – è proprio qui: pur ammettendo che i finanziamenti del Fondo arrivino alle due città capoluogo è lecito chiedersi se non si potevano avere a prescindere dai Pisus. La risposta – sostiene il consigliere – non può che essere affermativa e questo alla sola condizione che se i Comuni di Potenza e Matera avessero dato prova di migliori capacità amministrative nella gestione dei Pisus, avremmo potuto beneficiare di entrambe le forme di finanziamento: Fesr e Fondi di sviluppo e coesione”.
“Mi chiedo – ha concluso Napoli – cosa sarebbe successo se le inadempienze nella gestione dei Pisus fossero state perpetrate da amministrazioni di colore politico diverso da quelle attuali, magari di centrodestra”.