Napoli: Basilicata laboratorio di federalismo fiscale

Il capogruppo del Pdl – Fi commenta i dati di uno studio sulla fiscalità regionale della Cgia di Mestre. “Lo Stato faccia la sua parte per la Basilicata, considerando questa regione per quello che è: una opportunità piuttosto che un problema”.

&quot;L&#39;ennesimo studio sulla fiscalit&agrave; regionale (questa volta diffuso dalla Confederazione degli Artigiani di Mestre) &egrave; destinato a buttare altra legna sul fuoco delle macroregioni ed alimentare le tesi di quanti sostengono che le Regioni del Sud, che ricevono (secondo lo studio) oltre 100 miliardi di euro all&#39;anno come contributo di solidariet&agrave; dalle Regioni a statuto ordinario del Nord, vanno accorpate. Per la nostra Regione &egrave; invece l&rsquo;ennesima occasione per avviare, sia pure sperimentalmente, un modello di federalismo fiscale estremamente interessante per le ricadute economiche dirette ed indirette, sino a diventare un autentico modello originale di fisco regionale&rdquo;.<br /><br />E&#39; quanto sostiene il capogruppo del Pdl – Forza Italia in Consiglio regionale Michele Napoli che aggiunge: &ldquo;Si scopre l&#39;acqua calda quando si sostiene che la Basilicata, sulla base dei dati della fiscalit&agrave; generale del Paese, riceve pi&ugrave; risorse di quante alla stessa spetterebbero sulla base della capacit&agrave; di ciascun territorio di contribuire al gettito erariale nazionale. Mai nessuno, tranne forse la versione &lsquo;dura e pura della Lega Nord&rsquo; della primissima ora, aveva ipotizzato l&#39;introduzione in Italia di un federalismo di tipo competitivo, sul modello Usa per intenderci, essendo realmente praticabile nel Paese solo ed esclusivamente una ipotesi di federalismo solidale, esattamente quella prevista dalla legge e che prevede la necessit&agrave; di fondi perequativi attraverso cui compensare i divari (economici e quindi di fiscalit&agrave;) esistenti tra le diverse regioni d&#39;Italia. Di tale modello di federalismo la Basilicata &egrave; da sempre antesignana come concretamente dimostrato dalla gestione di risorse proprie come l&#39;acqua e il petrolio.<br /><br />&ldquo;Andando per ordine, lo studio riferisce che tutte le Regioni del Nord a statuto ordinario presentano un saldo positivo, ovvero versano molto di pi&ugrave; di quanto ricevono. Tra le regioni meridionali la Basilicata, al 2012 ha un saldo negativo quale residuo fiscale delle amministrazioni pubbliche pari a 384 milioni di euro (666 euro procapite) che nel periodo 2005-2012 raggiunge i 990 milioni di euro complessivi (1.665 euro procapite). Conclusione degli esperti della Cgia Mestre: &lsquo;Il principio della solidariet&agrave; non &egrave; in discussione, ci mancherebbe. Tuttavia la questione settentrionale non si &egrave; dissolta&rsquo;. Una tesi tutta ancora da&nbsp; motivare. Condivido invece l&#39;indicazione a riprendere in mano la riforma del federalismo fiscale e portarla a termine, premiando i territori pi&ugrave; virtuosi e penalizzando chi, invece, gestisce in maniera scriteriata la cosa pubblica. E poich&egrave; la questione fiscale &egrave; elemento essenziale per mantenere l&#39;autonomia regionale ritorna d&#39;attualit&agrave; un aspetto che negli anni passati ha appassionato il dibattito politico regionale in materia di federalismo fiscale con il &lsquo;sogno&rsquo; di poter ottenere, come Regione, almeno in parte, fiscalit&agrave; dovute allo Stato da Fiat e compagnie petrolifere&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Ebbene &ndash; sostiene il capogruppo del Pdl – Forza Italia – nel 2013, l&#39;intero gruppo ha versato 557 milioni di tasse, dei quali ben 244 fanno capo alla sola Fiat. Si tratta &ndash; sottolinea &ndash; di cifre considerevoli che non entreranno pi&ugrave; nelle casse statali italiane, figuriamoci se la Regione avr&agrave; qualche beneficio. Inoltre il capitolo petrolio: ho sempre ritenuto &ndash; continua il capogruppo di Fi &ndash; che se si vuole affrontare efficacemente la questione petrolio non si pu&ograve; non partire da un&rsquo;analisi del rapporto fiscalit&agrave;-risorse per capire chi ci guadagna realmente con il petrolio. E&rsquo; lo Stato il soggetto che percepisce gli introiti pi&ugrave; rilevanti derivanti dal petrolio lucano perch&eacute; il prelievo fiscale sulle attivit&agrave; petrolifere (tra Ires, Addizionali Ires, Robin Tax e Irap) supera il 60%, a cui bisogna aggiungere le royalties per le estrazioni sul territorio, queste s&igrave; destinate agli enti locali, che stanno esattamente al 10%&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Stante questo quadro di fiscalit&agrave; generale &ndash; sottolinea Napoli – &egrave; legittimo pretendere che lo Stato faccia la sua parte per la Basilicata, considerando questa regione per quello che &egrave;: una opportunit&agrave; piuttosto che un problema&rdquo;. Per Napoli inoltre &ldquo;non si deve sottovalutare che il prezzo della benzina e del gasolio &ldquo; alla pompa&rdquo; &egrave; determinato per il 62% dalle accise. E&rsquo; questa la vera tassa occulta che tutti noi paghiamo allo Stato, mentre dal 1998 ad oggi la Basilicata ha dimostrato, nei fatti, di essere uno straordinario laboratorio di federalismo fiscale in riferimento a due risorse fondamentali come l&rsquo;acqua e il petrolio, ricevendo in cambio poco o quasi nulla&rdquo;.

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