I visitatori nei musei e siti archeologici della Basilicata tra gennaio e maggio di quest’anno, secondo i dati diffusi oggi dal MIBACT, sono stati 108.554. Un buon risultato tenuto conto dell’imminente stagione estiva che è quella che determina i flussi maggiori di visitatori che nel 2017 sono stati complessivamente 250.420 (contro i 235.468 del 2016) con un incremento del 6,35%.
E’ quanto si legge in una nota del Centro Studi Turistici Thalia.
“Ma – commenta Piero Scutari, presidente del Centro– non dobbiamo accontentarci dell’effetto numerico. Dall’ analisi del nostro Centro Studi emerge che il numero di tutti i visitatori messi insieme nei 17 luoghi della cultura statali presenti in Basilicata equivale a quelli di un anno alla Grotta Azzurra di Capri; inoltre è minore rispetto a quello dei visitatori di Paestum o rispetto ai visitatori in soli tre giorni a Pompei. Altro dato fortemente negativo è quello della permanenza media del turista nelle località lucane di turismo culturale (a Matera non supera i 2 giorni). Cifre che stonano rispetto ad un target specifico, il turista culturale, che – sottolinea Scutari – è più propenso a spendere 52 euro al giorno per l’alloggio, in media, e 85 euro per spese extra, contro i 47 euro per alloggio e 75 per gli extra di chi viaggia per ragioni non culturali. Tra i primi per visitatori si conferma il Museo Archeologico Nazionale del Melfese “Massimo Pallottino”, seguito dal Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna della Basilicata di Matera . A seguire il il Museo Archeologico Nazionale di Metaponto a Bernalda e il Museo Nazionale della Siritide a Policoro.
Alcuni esempi: la Costa Ionica registra centinaia di migliaia tra arrivi e presenze, eppure il museo della Siritide fa solo 17.000 visitatori, da aggiungere ai 16.000 del Parco Archeologico. Il tempio delle Tavole Palatine, che oltretutto è gratuito, conta solo 25.000 visitatori, ovvero poco più del 10%. Il museo nazionale di Matera registra 33.700 visitatori su 281.000 arrivi; Ciò – dice ancora Scutari – evidenzia due cose il potenziale di crescita e l'incapacità di fare promozione e coinvolgere i turisti per farli rimanere a visitare e scoprire il territorio. Manca una strategia; è evidente che la gente si ferma solo una notte e non visita tutto ciò che il territorio offre. Vi sono poi delle contraddizioni: il museo di Melfi ha molti più visitatori del museo di Matera, pur avendo la metà dei turisti di Matera a conferma che quando si leggono e si incrociano attentamente i numeri si hanno tante sorprese. Di sicuro emerge il fallimento della fruibilità dell'offerta turistica materana. Matera, la punta di diamante della Basilicata sino a diventare la Capitale Europea 2019, con un patrimonio che il mondo ci invidia, è la località della Basilicata dove i turisti si fermano di meno; soggiornano di più nel Melfese e in tutte le altre aree della Basilicata, dove la gente soggiorna come media il doppio rispetto a Matera.
E’ necessario interrogarsi sulle cause e intervenire rapidamente come sta cercando di fare il Ministro Bonisoli. Dobbiamo perciò – conclude la nota del Thalia – recuperare molte posizioni e quindi rendere i 17 luoghi della cultura statali presenti in Basilicata più social e dotati di moderne tecnologie per competere con l’offerta cultura italiana ed europea. Per capire il ritardo – aggiunge Scutari – il riferimento è ai pannelli nei musei in gran parte inadeguati e solo in lingua italiana”.