"Conosciamo l’ obiettivo 2019. Non sappiamo come e soprattutto con quali energie arrivarci.
Sembra di vedere il traguardo attraverso un binocolo che non ci consente di definire i contorni del tragitto. O, meglio, non sappiamo in quanti arriveremo al 2019 sopravissuti ad una difficile crisi che attanaglia il sistema produttivo della Città". Lo afferma, in un comunicato stampa, Enzo Acito, Consigliere comunale di Matera.
"L’ elenco dei sogni infranti sulla roccia della indisponibilità finanziaria o del ridotto potere contrattuale – aggiunge Acito – potrebbe pericolosamente arricchirsi con la sensazione che Matera 2019 possa diventare un’ altra chimera da tramandare alle future generazioni come una ulteriore opportunità immaginata ma non colta (polo della pasta, Val Basento, Bando Matera–Treviso, Felandina, polo del salotto, ecc. insegnano).
La generosa previsione delle ricadute positive sulla economia reale della Città, con la candidatura, potrebbe trasformarsi in un’ altra debacle se non si attivano collegamenti diretti, tra settori non tradizionalmente connessi alla cultura, per creare le condizioni della diversificazione produttiva.
Non si riscontrano però, al momento, collegamenti diretti tra i settori produttivi trainanti questa asfittica economia ed il percorso di candidatura.
Sappiamo benissimo cosa vogliamo, cosa ci aspettiamo in termini di ricaduta della candidatura, non sappiamo, o forse non è ancora esplicito, come attivare le ricadute economiche, come attivare i processi di coinvolgimento delle attività produttive assenti dalla filiera “ culturale” produttrice di reddito.
Manca la sensibilizzazione degli operatori economici “ non allineati” e manca soprattutto una strategia del come coinvolgerli.
Come ricercare, nelle attività ordinarie dell’agricoltura, dell’agroalimentare, dell’artigianato, dell’industria delle costruzioni, delle telecomunicazioni e della tecnologia dell’ informazione quelle nicchie inesplorate o poco utilizzate per creare il collegamento con la risorsa “ cultura”.
Questa azione di regia attiene all’ amministrazione comunale che dovrebbe assumere il ruolo del coordinamento strategico perché insieme al cosa si definisca e si delinei il come.
Se le azioni di coordinamento strategico fossero messe in campo già nella prima fase, si potrebbe fornire un contributo produttivo integrativo al filone culturale, completando l’ offerta e generando un indotto che coinvolgerebbe settori tradizionalmente lontani dal turismo.
Manca, evidentemente, un progetto globale per Matera 2019, manca una strategia di coordinamento tale da attivare tutti i processi in parallelo e la candidatura a capitale europea della cultura, senza questa opportunità, corre il rischio di naufragare nel mare della autocelebrazione e delle onerose quanto inutili operazioni di facciata.
Poi la considerazione per niente banale: il 2019 – conclude Acito – non è proprio dietro l’ angolo, non vorremmo che a festeggiare, eventualmente, rimangano solo i sopravvissuti".