Il consigliere di Mpa interviene sulla decisione del Governo relativa al riesame alla Corte Costituzionale della L.R. n. 12/2012 e sostiene che “acquistare prodotti locali significa valorizzare il lavoro delle imprese agricole anche in aree di montagna”
Il riesame alla Corte Costituzionale, chiesto dal Governo nei giorni scorsi, della L.R. n. 12 del 13 luglio 2012, recante “Norme per orientare e sostenere il consumo dei prodotti agricoli di origine regionale a chilometri zero”, sarà esteso a tutta la normativa vigente sul territorio italiano o resterà circoscritta solo a quella della nostra Regione, negandole il diritto di promuovere azioni a tutela della salute dei suoi cittadini, salvaguardia dell’ambiente e conservazione e valorizzazione della sua cultura e delle sue tradizioni?” E’ quanto si chiede il consigliere regionale del Mpa, Francesco Mollica.
“Con la Legge da noi approvata – prosegue Mollica – la Regione Basilicata disciplina interventi per incentivare l’impiego da parte dei gestori dei servizi di ristorazione collettiva pubblica di prodotti agricoli di origine regionale nella preparazione dei pasti. Si favorisce, altresì, l’incremento della vendita diretta di prodotti agricoli regionali da parte degli imprenditori agricoli, il sostegno e l’acquisto di prodotti agricoli di origine regionale da parte delle imprese esercenti attività di ristorazione o ospitalità nell’ambito del territorio regionale. Con il progetto legislativo, inoltre, si favorisce il rispetto della normativa in materia di presentazione ed etichettatura dei prodotti agricoli freschi e trasformati attraverso idonea attività di controllo anche con l’utilizzo di strumenti tecnologici a tutela del consumatore e l’incremento della vendita di prodotti agricoli di origine regionale da parte della distribuzione”.
A parere del consigliere dell’Mpa “la globalizzazione e le logiche di mercato hanno distanziato sempre più geograficamente i produttori dai consumatori tant’è che anche in Italia, così come nella nostra regione, spesso sui banchi dei mercati o nella grande distribuzione troviamo prodotti alimentari provenienti dall’estero. Ciò comporta al di là dei rischi per la salute per prodotti conservati e trasportati senza il corretto uso di norme igieniche, dei costi elevatissimi in termini ambientali date le immissioni di gas serra ed inquinanti emessi durante il trasporto delle merci stesse. Sarebbe dunque auspicabile, ed è questo che si è tentato di fare con la L.R. 12/2012, orientare maggiormente il consumatore verso la scelta di prodotti di origine locale, non per arginare la concorrenza ma semplicemente per educare il consumatore, abituandolo alla stagionalità dei prodotti, alla riscoperta di sapori della ricca tradizione culinaria lucana”.
“Non si comprende – aggiunge ancora il consigliere – come il Consiglio dei Ministri abbia chiesto il riesame della legge suddetta adducendo la violazione della concorrenza e il contrasto alle disposizioni del TFUE quando, e di questo sono lieto, anche grandi organizzazioni sindacali di settore come la CIA confermano che sono in atto già da qualche anno azioni di vendita diretta dei prodotti agricoli, di sostegno ai consumi regionali e all’uso dei prodotti locali nella ristorazione e nelle mense scolastiche. Leggi riguardanti la promozione e l’orientamento al consumo di prodotti agricoli a chilometro zero sono presenti ed applicate, già da alcuni anni, in varie regioni (Calabria L.R. n. 29/2008, Lazio L.R. n. 12/2009, Marche L.R. n. 16/2009, Molise L.R. n. 16/2010, Puglia L.R. n. 38/2008, Sardegna L.R. n. 1/2010, Trentino Alto Adige L. P. n. 13/2009,Veneto L.R. n. 7/2008, Abruzzo L.R. n. 42/2010) e giova ricordare altresì che esiste un marchio a ‘chilometri zero’ di proprietà della Fondazione Campagna Amica che viene concesso in uso gratuito alle imprese di ristorazione che si impegnano al rispetto di alcuni comportamenti quali l’offerta prevalente di piatti a km zero e la preferenza di acquisto di prodotti stagionali. La Coldiretti, infine, è impegnata a promuovere con la firma di un protocollo con il Ministero dell’Istruzione l’aumento dell’offerta nelle mense scolastiche di pasti prodotti con cibi di stagione, locali e a chilometri zero, dando la possibilità di imparare a conoscere i prodotti del proprio territorio che è un alto valore educativo culturale”.
“Acquistare prodotti locali – conclude Mollica – significa valorizzare il lavoro delle imprese locali agricole anche in aree di montagna, salvaguardare la loro sopravvivenza, difendere l’occupazione ed arginare il preoccupante fenomeno dell’abbandono delle terre, soprattutto da parte dei giovani, oltre che tutelare la stagionalità, le biodiversità, tornare ad un’alimentazione di qualità e più sicura. Tutto in linea con la legislazione europea che favorisce un uso più efficiente delle risorse e incentiva i consumi più sostenibili”.