Dice il presidente del gruppo consiliare Mpa: “non lasciare da sola una comunità messa in ginocchio dalla devastante forza della natura con le precipitazioni di domenica sera nell’area nord del Vulture Alto Bradano”
“Dopo la nota inviata al presidente De Filippo e all’assessore Mancusi – comunica Mollica – ho presentato, nella seduta consiliare di ieri 11 settembre, una mozione, approvata all’unanimità, con la quale si chiede al Governo regionale di mettere in campo, urgentemente, tutte le azioni utili per non lasciare in solitudine e nell’assoluta disperazione i territori comunali interessati dal nubifragio del 2 settembre scorso verificatosi tra Venosa e Maschito e quanti hanno subìto danni, come l’Azienda vivaistica Manieri, previa verifica ‘ad horas’ dei danni da parte degli uffici regionali competenti.Ho anche chiesto – continua Mollica – di scongiurare l’eventuale ricorso all’aumento delle accise, utilizzando i fondi della Protezione civile, così come avvenuto per altre situazioni analoghe”.
“Parlare di un evento eccezionale nell'area del Vulture Alto Bradano è dire poco. Una pioggia alluvionale ha fatto sì che si concentrasse una grandissima quantità di acqua in determinate zone, allagando e mettendo a rischio due territori e due comunità. Devo prendere atto – sottolinea Mollica – che l’assessore Mancusi, dopo la ricezione della nota, ha prontamente attivato una ispezione ed una verifica e gli uffici tecnici hanno preparato una relazione puntuale su quanto accaduto, addirittura con il rischio di perdere tre vite umane. In un caso, le Forze dell'ordine, i Vigili del Fuoco, la Protezione Civile sono riusciti a mettere in salvo due persone e, nell’altro, è stata posta in salvo una persona che era stata trasportata con la propria macchina dalla furia dell'acqua. Con la relazione fatta dai tecnici, è venuto fuori che i lavori della ex ‘Vie blu’ o non funzionano, oppure funzionano male, tant'è che varie infrastrutture che hanno subito danni, quali il Comune di Maschito, soltanto grazie alla nuova strada ‘Mulino Don Donato’, costruita dalla Regione Basilicata, si trova a non essere isolato, perché la vecchia strada è ceduta con i ponti. Ma anche l'infrastruttura della Regione è stata messa a dura prova, con un muro d'acqua che ha raggiunto i nove metri di altezza sovrastando, come si può verificare dalle fotografie, molti fabbricati che sono stati del tutto inondati, a causa del mancato deflusso dell’acqua all'interno dei canali. La nuova strada – spiega Mollica – ha retto solo perché è stato previsto un tubo, posizionato al di sotto del terramesh, del diametro di cinque metri che ha consentito il deflusso delle acque, nonostante la presenza negli alvei dei fiumi di tronchi di alberi, non rimossi da chi era preposto alla pulizia ‘famosa’ e che ha, di fatto, creato un effetto barriera, scaricando poi a valle, ma travolgendo tutto ciò che incontrava nel cammino, partendo dal territorio di Maschito fino ad arrivare sulla SS 168 e, addirittura, distruggendo un'intera azienda dove da 25 anni sono impegnate due famiglie, che erano già state messe a dura prova, con una serie di danni alle serre, dalla nevicata eccezionale dell’inverno scorso”.
“Al Presidente – dice Mollica – si chiede un intervento urgente, intanto perché i Comuni hanno già segnalato i danni subiti, sia pur e non tutti con una formalizzazione ufficiale, come il Sindaco di Venosa. Un problema reale è rappresentato dalla circostanza che i Comuni non possono ripristinare da soli le strade, considerando, anche, che da qui a qualche giorno ci si appresta a vendemmiare. E’ a rischio – fa presente Mollica – il prodotto Doc di un intero territorio servito da queste strade che sono inutilizzabili perché distrutte, cancellate proprio dalla furia devastante dell'acqua. Si chiede, dunque, alla Regione di intervenire in tempi rapidi, mentre con la programmazione occorre prevedere lavori specifici nell'alveo di scorrimento dei fiumi. Tutto il vallone dovrà essere interessato da un progetto di risanamento del dissesto idrogeologico o, per lo meno, di ripristinare l'officiosità di quel rigagnolo di fiume che, all’apparenza innocuo, è diventato un vero e proprio incubo per la zona e che, fortunatamente, in questo frangente non ha causato vittime”.
“Con il cambiamento climatico – dice ancora Mollica – le ‘mezze stagioni’ sono finite, si passa dagli estremi della siccità ad un eccesso di precipitazioni. La richiesta del Sindaco di Venosa è lo stato di calamità, ma sappiamo che tale stato, secondo la norma, prevede che la Regione ha facoltà di intervenire recuperando i fondi con l’aumento delle accise, naturalmente da evitare, attingendo, invece, come esplicitato nella mozione, ai finanziamenti della Protezione civile. Nell’immediato dotando i Comuni delle risorse economiche necessarie per il ripristino dello status quo ante e, a medio termine, approntando una programmazione strutturale più ampia affinchè tali fenomeni non si ripetano. Naturalmente – conclude Mollica – sarà mia cura prestare attenzione perchè tali impegni siano assunti e portati a compimento, per assicurare la tranquillità e la sicurezza delle aziende che devono oggi ricostruire e reinvestire”.