Per il presidente del gruppo consiliare Mpa “l’amarezza è di vedere vanificate spese ed energie profuse in un completamento, con il V lotto, che non sapremo mai se sarà realizzato o meno”
“La riproposizione da parte mia, nell’ultimo Consiglio regionale, dell’interrogazione sullo stato di consistenza, alla rescissione con la ditta Cogemar SpA, del III lotto della cosiddetta ‘Oraziana’ meglio identificata come il collegamento tra la strada a scorrimento veloce Candela-Potenza e la strada statale Bradanica, ha acclarato la grande confusione che impera su questa questione”. E’ quanto ha dichiarato il capogruppo in Regione del Mpa, Francesco Mollica.
“E’ impensabile – continua Mollica – che , ad oggi, nonostante la grande mole di denaro messa in campo per quest’opera, nel suo complesso [ I-II-III-IV ( IV – primo stralcio- IV secondo stralcio)] , quasi 100 milioni di euro a cui immagino bisognerà aggiungerne almeno altri 40-50 per vederla realizzata con il V lotto, non si riesce ad avere contezza, almeno da quanto si evince nella nota trasmessa dall’Amministrazione provinciale di Potenza al presidente De Filippo , dello stato di consistenza dei lavori finora eseguiti e dell’importo dei lavori già erogato all’impresa Cogemar Spa, se non una lapidaria informazione generale che attesta i lavori eseguiti al 65 per cento dell’importo previsto mentre per quanto attiene la galleria naturale ‘Serra del toppo’ solo il 50 per cento”.
“Considerando che l’importo originario ammontava a € 23.000.000 – continua Mollica – la logica ci porterebbe a dedurre che i lavori finora eseguiti dalla Cogemar Spa ammonterebbero a circa 15.000.000 (il 65 per cento) con un residuo di € 8.000.000 disponibili per completare i lavori dopo la risoluzione del contratto d’appalto dalla stessa ditta. In più la Regione Basilicata ha aggiunto altri € 12.500.000 per riappaltare i lavori, appalto bandito in questi giorni. Secondo quanto esposto dal presidente De Filippo che ha ad interim la delega alle Infrastrutture, la procedura di accertamento tecnico-contabile, redatta dall’organismo di collaudo, rileva che l’impresa Cogemar Spa non vanta alcun credito, anzi risulta debitrice nei confronti dell’Ente appaltante (Provincia di Potenza) per un importo da quantificare in relazione alla maggiore spesa ancora da sostenere per l’affidamento dei lavori di completamento per i quali subito dopo l’adozione degli atti regionali sarà possibile l’indizione di una nuova gara”.
“Un fatto è certo – dice Mollica – ci sono fornitori coinvolti dalla ditta e maestranze che avanzano diverse mensilità ed a cui la Provincia, invece di riconoscerne i pagamenti e procedere alla liquidazione incamerando la fidejussione, così come previsto dai contratti, ha preferito scaricare il problema sugli sventurati costringendoli ad un contenzioso. La domanda sorge spontanea: dal momento che non è noto lo stato di consistenza, quale atto principale dal quale desumere il perché si rescinde da un contratto e quali sono i calcoli tra il dare e l’avere, sappiamo solo, da quanto è stato riferito in Consiglio, che la Cogemar deve restituire all’Ente. Ora, se la ditta deve restituire in virtù dei costi aggiuntivi scaturenti dal nuovo appalto, bene, ma se alla ditta sono stati erogati più soldi mi chiedo come sia stato possibile, considerando che un Ente pubblico liquida sulla base di stati di avanzamento dei lavori presentati dalla ditta, ed a firma del direttore dei lavori che se ne assume tutta la responsabilità , con determina tra cui una, relativa proprio ad una liquidazione alla Cogemar , dopo l’ultima interrogazione sull’argomento viene bloccata e poi revocata. Superficialità o fatti molto strani, soprattutto quando il professionista in questione risulta progettista e direttore dei lavori di tutti i lotti”.
“Non sarebbe il caso – aggiunge Mollica – in un momento di spending review, di verificare, in caso di errori accertati, a chi attribuire le responsabilità di chi commette grossolane mancanze e sperperi vistosi bloccando, per esempio, i pagamenti delle sue spettanze o, meglio ancora, addebitandogli i danni? L’amarezza – conclude – è di vedere vanificate spese ed energie profuse in un completamento (con il V lotto )che non sapremo mai se sarà realizzato o meno”.