La rettifica dei confini comunali potrà essere disposta con decreto del Presidente della Regione. Se i Comuni interessati non troveranno accordo deciderà il Consiglio regionale
Il Consiglio regionale ha approvato in serata, a maggioranza (22 voti favorevoli di Pd, Idv, Pdl, Mpa, Gm, Ial e Psi e 2 astensioni, quelle di Sel e Pu) una pdl di iniziativa dei capigruppo di tutte le forze politiche, che modifica la legge regionale n. 42/1993 sulle “Norme in materia di modificazione territoriale, fusione ed istituzione di nuovi Comuni”.
Il progetto legislativo mira a risolvere determinate situazioni di incertezze territoriali tra Comuni che a volte danno luogo a conflitti e disagi alle popolazioni interessate. In particolare si vuole semplificare la determinazione o la rettifica dei confini nell’ipotesi in cui non siano precisamente determinati o diano luogo a conflitti territoriali, o ci sia l’esigenza di unire borgate o gruppi di abitazioni che si trovano lontano dal capoluogo comunale e siano vicini o contermini al centro abitato di un altro capoluogo comunale.
Disciplinata anche la determinazione, la rettifica o l’eliminazione delle cosiddette “ isole amministrative”, cioè quelle parti di territorio circondate interamente da territorio di altro o altri Comuni, “che può essere disposta anche relativamente a territori di Comuni appartenenti a Province diverse”.
La determinazione o la rettifica dei confini “è disposta con decreto del Presidente della Regione quando sia stata definita con accordo tra i Comuni interessati, deliberato a maggioranza assoluta da ciascun Consiglio comunale. Se i Comuni non trovano accordo tra loro, la determinazione o la rettifica è disposta dal Consiglio regionale, su proposta della Giunta, su richiesta di uno dei Comuni, dopo aver esaminato le osservazioni degli altri, sentiti l’Associazione nazionale Comuni italiani (Anci) e il Consiglio delle autonomie locali o, in mancanza di quest’ultimo, l’organo regionale di raccordo tra Regioni ed enti locali”.