“Adesso che tutti plaudono ai popoli scesi in piazza, alle ribellioni in nome della dignità, alla storia che si riprende i propri cammini, bisogna dimostrare nei fatti la solidarietà e la vicinanza a queste popolazioni”
“La giornata di mobilitazione e sciopero promossa autonomamente da movimenti civili per domani in tutt’Italia (un’iniziativa è prevista in Basilicata a Palazzo S. Gervasio) per far comprendere all'opinione pubblica quanto sia determinante l'apporto dei migranti alla tenuta e al funzionamento della nostra società, alla luce delle vicende della Libia e dei Paesi del Nord Africa, assume una rilevanza civile e sociale ancora maggiore quale occasione per riaffermare l’impegno all’accoglienza e all’integrazione dei cittadini extracomunitari”. E’ quanto sostiene il presidente del gruppo Sel in Consiglio regionale, Giannino Romaniello sottolineando che “dopo la disponibilità manifestata dal presidente De Filippo ad accogliere in Basilicata profughi libici e maghrebini si deve passare alla fase dell’organizzazione vera e propria dell’ospitalità, coinvolgendo volontariato e Terzo Settore, organizzazioni professionali agricole ed imprenditoriali per pensare anche al lavoro degli immigrati e quindi non solo alla temporanea accoglienza”. “E’ evidente che – aggiunge Romaniello – le esperienze degli anni passati a Palazzo S. Gervasio e a Metaponto con la presenza in centri di accoglienza di alcune centinaia di lavoratori nordafricani venuti in Basilicata per le grandi campagne di raccolta dei prodotti ortofrutticoli devono servire di lezione alla Regione e ai Comuni per predisporre ogni servizio necessario all’ospitalità”.
“Quanto alle vicende libiche – conclude Romaniello – non si può non denunciare che in tanti hanno taciuto sui loschi baratti che i nostri governi hanno effettuato nel corso degli anni con i regimi dei Paesi del Nord Africa sulle questioni dell’emigrazione e, soprattutto, hanno taciuto sulla Libia e su Gheddafi che ha ricevuto il baciamano di Berlusconi. Adesso che tutti plaudono ai popoli scesi in piazza, alle ribellioni in nome della dignità, alla storia che si riprende i propri cammini, bisogna dimostrare nei fatti la solidarietà e la vicinanza a queste popolazioni”.