“Da tempo, anche la Basilicata, è diventata non solo terra di emigrazione ma anche di immigrazione. I dati sulla popolazione immigrata presente nella regione Basilicata hanno subito un trend positivo vorticoso (dal 2001 al 2010 vi è stato un aumento del 200 per cento). È comunque continuato il fenomeno dell’emigrazione con caratteristiche sempre più differenti rispetto alle fasi dell’emigrazione storica e di quella del dopoguerra o nella fase del boom economico. Il fenomeno migrazionale nella nostra Regione non ha più caratteristiche transitorio ma à diventato strutturale tanto da poter anche mettere in discussione la stessa esistenza istituzionale ed amministrativa dell’Ente”. Lo afferma la Filef di Basilicata, che ha presentato alla Regione alcune proposte a favore dei migranti. Quotidianamente viviamo situazioni di emergenza organizzativa ed istituzionale rispetto alle modalità di gestione del fenomeno (si pensi a ciò che succede durante il periodo della raccolta del pomodoro a Palazzo e dintorni, a come vengono gestite le emergenze nazionali, all’aumento dello spopolamento delle comunità locali, eccetera) e non sempre si è in grado di affrontarle con risultati efficaci ed efficienti. A ciò si aggiunge una carenza di strutture, finanziamenti e di politiche programmatiche ed istituzionali capaci di gestire sia le emergenze che il quotidiano. Certamente solo le buone intenzioni (a volte di mera carità) non possono risolvere i problemi della “questione migrazione” in Basilicata.
“Sia la Basilicata che l’intero Paese non si è ancora organizzato con politiche adeguate di intervento in grado di comprendere che il rapporto con la dimensione dell’altro rappresenta per qualsiasi cultura una fonte di arricchimento sociale ed economico. Dobbiamo imparare – aggiunge la Filef – ad convivere ed a confrontarci quotidianamente con l’altro in una forma di nuova “convivialità” sociale capace di attivare confronto e dinamismo relazionale fra le persone (il concetto di integrazione già rappresenta di per sé diversità)”. Perciò “bisogna fare in modo che la politica e le istituzioni si faccino carico del cambiamento in atto ed individuino soluzioni istituzionali capaci di evitare da un lato lo spopolamento delle comunità locali e dall’altro l’aumento della conflittualità sociale dato dalle “non regole” di accoglienza dell’immigrato”. A parere della Fifef lucana, tra le altre proposte è necessario promuovere una nuova legge organica, programmi per garantire la sussistenza e l’inserimento dei migranti.
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