Melfi, Valvano su permesso “La Bicocca” e Sblocca Italia”

 

"Ho avuto l’onore di avere un incontro, non programmato ma comunque gradito, connumerosi componenti del movimento “No Triv Vulture”, tenuto oggi a Melfi; durante l’improvvisato ma utile dibattito, ho avuto modo di rappresentare quella che è stata ed è tutt’oggi la posizione espressa dagli organi istituzionali del Comune di Melfi". Lo ha dichiarato, in una nota, il sindaco di Melfi, Livio Valvano.

"A Melfi, Consiglio Comunale e Giunta Municipale hanno espresso una contrarietà netta all’insediamento dell’industria petrolifera nell’area del Vulture. Alla contrarietà è seguita la formale e motivata opposizione, notificata alla Regione Basilicata nel mese di aprile 2013, insieme ai Comuni di Barile e di Rapolla. A seguito dell’opposizione dei tre comuni la Regione ha disposto la cancellazione dell’istanza tesa ad ottenere la procedura semplificata per la ricerca, promossa dalla Delta Energy. Ad oggi non c’è alcuna procedura attiva sul territorio del Vulture; per questo sono convinto della ferma volontà dell’attuale Governo Regionale, per gli inequivocabili atti emanati dal Dipartimento Ambiente della Regione (determina del 27/10/2014) e per le volontà dichiarate, di ritenere oggettivamente incompatibile l’industria estrattiva con il contesto ambientale del Vulture.

Durante il dibattito – ha aggiunto – ho rappresentato l’impegno del Comune di Melfi in materia ambientale, a partire dal ciclo dei rifiuti. A Melfi è attivo, da circa un anno, il primo impianto autorizzato in Basilicata per il recupero dei rifiuti; non conferiamo più i rifiuti “tal quale” a Fenice ma li recuperiamo e li vendiamo come materie prime.Sono state bloccate le procedure per l’autorizzazione delle discariche speciali e sono state attivate tutte le iniziative tese a superare l’incenerimento come sistema di smaltimento dei rifiuti.

Il Comune di Melfi, che nel 2011 ha aderito volontariamente alla politica comunitaria del “Patto dei Sindaci”, ha assunto impegni forti in materia di politiche ambientali ed energetiche, con l’approvazione del PAES nell’anno 2013.

Siamo convinti che il Governo nazionale possa e debba adottare una politica energetica che spinga sempre di più verso la produzione di energia da fonti rinnovabili e che incentivi comportamenti virtuosi in tal senso anche nei consumiL’impatto ambientale dell’industria degli idrocarburi può essere superato con una spinta politica,determinata verso le energie alternative, la ricerca e l’innovazione tecnologica, a partire dal settore dell’auto che in Italia stenta ad intraprendere questa strada.

Il tema è tutto politico; per questo ho avuto anche modo di precisare che sono personalmente contrario all’iniziativa di promuovere un giudizio di costituzionalità sull’articolo 38 del c.d. “Sblocca Italia”.

E’ un’iniziativa a forte rischio “boomerang”; un bypass artificioso che sposta il problema, non lo affronta, non lo risolve e soprattutto lo peggioraE’ sulle scelte politiche che bisogna provare ad incidere, con una iniziativa politica riformista che spinga verso il progressivo graduale superamento di una politica energetica che ha fatto il suo tempo, come ci dicono le recenti scelte annunciate dalla famiglia Rockefeller che nell’800 sul petrolio ha costruito il suo impero industriale e finanziario e che oggi ha deciso di abbandonare tutti gli asset petroliferi.

Non ha senso combattere con la carta bollata un orientamento del Governo, fra l’altro in pendenza della modifica del titolo V della Costituzione; è la politica a decidere.

Al contrario, prendo atto, invece, dell’importante modifica all’art.38, ottenuta dalla Regione Basilicata, a dimostrazione – ha aggiunto Valvano – che è la via politica la strada giusta per poter incidere sulle scelte.

Mi auguro che l’opinione pubblica lucana non si faccia coinvolgere dalle scaramucce pre-elettorali in vista dell’imminente voto nelle altre regioni. Piuttosto mi aspetto che si intensifichino i dibattiti, che i movimenti che sottopongono questioni così importanti e che hanno tutto il mio sostegno, mantengano alta l’attenzione e che le forze politiche riescano ad uscire dalle strettoie della tattica di posizione e sappiano, invece, guardare al futuro, stimolando un ragionamento sulla politica energetica e, più in generale, sulla politica industriale nazionale che guardi al petrolio come noi oggi guardiamo al carbone, cioè come una fonte di energia superata". 

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