Mattia (Pdl) su crisi Area industriale Balvano

Il consigliere nel sottolineare che “le aree industriali di Balvano e Baragiano vivono una situazione di coma profondo”, è del parere che “il dipartimento Attività Produttive sia ancora in tempo per far sentire la sua presenza”

“Quando cittadini con in testa il proprio sindaco protestano all’ingresso della sede di un ente pubblico si consuma sempre uno strappo istituzionale. Se questo strappo riguarda il Consorzio Asi di Potenza che ha il compito, su delega e controllo della Regione, di promuovere lo sviluppo industriale e l’occupazione, non certo in contrasto con le amministrazioni Comunali che non possono che perseguire lo stesso obiettivo, è sin troppo evidente che qualcosa non funziona”. A sostenerlo è il vice presidente del Consiglio regionale, Franco Mattia (Pdl), ricordando che nei giorni scorsi attraverso un’interrogazione all’assessore alle Attività Produttive Marcello Pittella sui problemi dell’area industriale di Balvano aveva sollecitato di prevenire la manifestazione di protesta che si è tenuta oggi a Tito scalo, davanti la sede del Consorzio Asi, come già annunciato da tempo dal sindaco di Balvano, Di Carlo.

Secondo Mattia “sarebbe stato sufficiente convocare un incontro specifico con la presenza, oltre che del sindaco di Balvano degli altri sindaci del comprensorio Melandro-Marmo, di consiglieri regionali e provinciali, del commissario Consorzio Asi, per affrontare le numerose problematiche che riguardano il presente e il futuro delle aree industriali ex legge 219, per dare un segnale di volontà di confronto e quindi di voler individuare insieme ai sindaci le soluzioni più idonee con le comunità locali. Non si può dar torto al sindaco di Balvano quando – aggiunge Mattia – rivendica la titolarità dei sindaci, in prima linea nel rapporto con i disoccupati che incalzano i nostri municipi, a contribuire alla definizione di scelte di programmazione industriale, perché anche se la gestione dei lotti come delle infrastrutture è delegata al Consorzio, essi ricadono in territori di un Comune che non può essere semplicemente informato a cose avvenute sull’assegnazione di aree e capannoni. Questo significa che non basta assegnare lotti nei nuclei industriali di Balvano, Baragiano e Tito scalo se non sono finalizzati a posti di lavoro, in numero consistente e a tempo indeterminato”.

“Purtroppo – continua – le nostre aree industriali si sono trasformate in centri commerciali o con attività che hanno prodotto pochi posti di lavoro, mentre la contraddizione, tutta politica, consiste nel fatto che nonostante la Giunta regionale affermi la strategia della cooperazione interistituzionale, si disinteressa dei rapporti tra Consorzio Asi e sindaci”. “Purtroppo – aggiunge ancora Mattia – si è verificato quanto avevo previsto: diventa necessario far ricorso a manifestazioni estreme di protesta per ottenere un confronto di carattere istituzionale su temi di interesse sociale. Tenuto conto che le aree industriali di Balvano e Baragiano, sorte dopo il terremoto del 1980, vivono una situazione di coma profondo, sia per attività produttive in crisi da anni e quindi per l’incremento di disoccupati che per opere infrastrutturali mai portate a termine – conclude Mattia -, il dipartimento Attività Produttive è ancora in tempo per far sentire la sua presenza”.

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