Per il consigliere regionale del Pdl “anche sul credito che è diventato oggi il problema centrale non ci possono essere più solo proclami”
“Bene il via alla realizzazione di interventi di infrastrutturazione in trenta aree artigianali della Basilicata ma, contemporaneamente, è necessario sostenere gli sforzi che le nostre imprese artigiane compiono per resistere alla crisi. Non va sottovalutato che nel 2011, come riferiscono i dati di Unioncamere, hanno cessato l’attività 677 ditte artigiane su un totale di 11.824; per la prima volta la Basilicata scende sotto le 12 mila imprese artigiane iscritte alle Cciaa di Potenza e di Matera”. E’ quanto sostiene il consigliere regionale Franco Mattia (Pdl), per il quale “le dichiarazioni del presidente De Filippo delle scorse settimane, in occasione dell’inaugurazione della nuova sede di Confartigianato, sulle misure che fanno parte del Patto di Sistema Basilicata Obiettivo 2012, come il credito d’imposta e il processo di semplificazione dei bandi che saranno utili anche per il comparto dell’artigianato, sono attese da tempo dalla categoria artigiana e dai titolari delle microimprese che sono la grande maggioranza dell’imprenditoria lucana”.
“Anche sul credito che – aggiunge Mattia – è diventato oggi il problema centrale non ci possono essere più solo proclami. La struttura regionale della Confederazione Nazionale degli Artigiani ci ricorda che il 78 per cento delle piccole e medie imprese, ritiene la stretta creditizia attuale decisamente peggiore rispetto a quella già nera del 2008 e 2009 e che a dimostrarsi in apprensione sono gli imprenditori di tutte le aree del Paese, con punte acute al Sud Italia (83 per cento) e tra coloro che operano nelle costruzioni (82 per cento). Un’altra riflessione da fare – dice Mattia – riguarda la polverizzazione delle aree Pip (insediamenti produttivi ed artigiani) sul territorio regionale che al pari del numero eccessivo di nuclei ed aree industriali non hanno dato i risultati auspicati in termini di produttività e di occupazione perché non in tutti i Comuni lucani basta un’area artigianale per favorire la nascita di una nuova ditta, come se l’equazione più aree uguale più occupazione fosse automatica. E’ giunto il momento che, nell’ambito di una più attenta ed efficace spesa pubblica e quindi anche regionale, si individuino settori specifici di attività secondo la strategia dei mini distretti produttivi in grado di abbattere i costi e completare le filiere puntando su prodotti di nicchia e di qualità gli unici che consentono margini di competizione a numerose attività artigianali e di nuova occupazione puntando con maggiore coraggio all’apprendistato”.