M5s: “Riflettere sugli interessi dietro l’oro nero”

Per i consiglieri Perrino e Leggieri “continue rivelazioni sui giornali e nuove inchieste della magistratura continuano ad alimentare ipotesi terrificanti su talune vicende centrali della storia recente dell’industria del petrolio nella nostra regione”

&ldquo;Continue rivelazioni sui giornali e nuove inchieste della magistratura continuano ad alimentare ipotesi terrificanti su talune delle vicende centrali della storia recente dell&rsquo;industria del petrolio nella nostra regione: le multinazionali del greggio condizionerebbero in negativo politica, giustizia e, quindi, la stessa vita quotidiana dei cittadini lucani&rdquo;.<br /><br />E&rsquo; quanto affermano i consiglieri regionali del M5s Gianni Perrino e Gianni Leggieri che aggiungono: &ldquo;Due notizie apparse oggi sui giornali devono far riflettere attentamente i cittadini sugli interessi che si nasconderebbero dietro l&rsquo;oro nero: in particolare, lascia esterrefatti la constatazione che esiste un vero e proprio &lsquo;muro di gomma&rsquo; che permette di agire indisturbati e facendosi beffe della legge, dei beni e degli interessi collettivi&rdquo;.<br /><br />&ldquo;La prima notizia &ndash; continuano – riguarda l&rsquo;email del povero ingegner Griffa, nella quale viene confermato che i famosi serbatoi del Cova, nei quali a gennaio 2017 sono state riscontrate le fuoriuscite di greggio, risultavano corrosi gi&agrave; dal 2013: in verit&agrave; dalle risposte ottenute ad una nostra richiesta di accesso agli atti, abbiamo potuto appurare che le criticit&agrave; ai predetti serbatoi risultano essere ancora pi&ugrave; datate. Una situazione che apparirebbe, quindi, ben nota all&rsquo;Eni molti anni prima che i fatti diventassero di pubblico dominio: la compagnia petrolifera sembrerebbe aver avuto contezza delle perdite ai serbatoi colabrodo del Cova e dei conseguenti esiziali rischi che correva il territorio lucano. Se tale quadro fosse confermato, si tratterebbe di una vicenda gravissima che il Movimento 5 stelle Basilicata ha denunciato pi&ugrave; volte, sia all&rsquo;opinione pubblica che posto all&rsquo;attenzione della magistratura. Siamo in attesa di risposte: se le ipotesi innanzi prefigurate fossero riscontrate dagli inquirenti, Eni avrebbe agito con leggerezza e spregiudicatezza, causando, molto probabilmente, ingentissimi danni ambientali&rdquo;.<br /><br />&ldquo;La seconda notizia sconcertante &ndash; dicono Perrino e Leggieri – &egrave; quella che ipotizza la presunta contiguit&agrave; rispetto ad una rete di soggetti dediti a pratiche criminali (di natura corruttiva e depistaggi di indagini) di un alto magistrato del Tar di Basilicata, che non risulta indagato, ma compare in una intercettazione del Gico della Guardia di finanza. Quanto sta emergendo dall&rsquo;indagine che ha portato all&rsquo;arresto – tra gli altri -&nbsp; dell&rsquo;avvocato dell&rsquo;Eni, &egrave; a dir poco inquietante poich&eacute; coinvolgerebbe una serie di magistrati (tra cui un ex presidente del Consiglio di Stato) e metterebbe in evidenza un metodo collaudato di corruzione &lsquo;sistemica&rsquo; finalizzato ad &lsquo;aggiustare&rsquo; processi a vantaggio dell&rsquo;Eni&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Si tratta &ndash; aggiungono – di ipotesi di sconvolgente gravit&agrave; e che non pu&ograve; lasciare la politica silente. Nonostante, &egrave; bene precisarlo, pare si tratti di indagini e, fino alla sentenza passata in giudicato, tutti devono essere ritenuti innocenti, &egrave; altrettanto chiaro che esista un problema &lsquo;politico&rsquo; e, finanche etico che riguarda la stessa presenza di Eni e delle altre multinazionali petrolifere sul territorio lucano e la loro oggettiva (seppur potenziale) capacit&agrave; di soggiogare le istituzioni pubbliche, imponendo i propri interessi a scapito di quelli dei cittadini lucani (tutela dell&rsquo;ambiente e della salute, su tutti)&rdquo;.<br /><br />&ldquo;E&rsquo; il momento &ndash; concludono – che la politica lucana accetti la sfida di confrontarsi anche sulle conseguenze dirette e indirette che la presenza delle compagnie petrolifere comportano per i lucani. Assoggettamento totale alla volont&agrave; delle compagnie da parte dei decisori politici, ricatto occupazionale, imbavagliamento di ogni forma di dissenso sulla politica energetica? Ecco i quesiti che con urgenza dovrebbero essere posti al centro dell&rsquo;agenda politica regionale&rdquo;.<br /><br />L.C.<br />

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