La Conferenza delle Regioni “nonostante sia stato recentemente innovato il quadro normativo nazionale con l’introduzione nel sistema giudiziario di una nuova fattispecie di reato”, quello dell’intermediazione illecita e delle sfruttamento del lavoro, ritiene “urgente e non più procrastinabile l’individuazione di ulteriori interventi che abbiano ampia prospettiva di contrasto al caporalato e al lavoro irregolare”.
I presidenti delle Regioni, nel corso dell’ultima riunione della Conferenza, hanno deciso di approvare un documento sul tema del lavoro irregolare e del caporalato anche perché “la stagione estiva appena trascorsa, è stata una delle più drammatiche nelle nostre campagne con un bilancio pesantissimo di perdita di vite umane. Questi fatti hanno messo in evidenza che ancora oggi vi è un diffuso e incontrollato ricorso alla manodopera clandestina, una gravissima situazione di sfruttamento e negazione dei diritti del lavoro – sia italiano che straniero – e al contempo, nei confronti degli immigrati, anche di negazione dei diritti umani cui sono costretti e che, per oggettivi motivi di necessità, il lavoro costituisce un requisito indispensabile ai fini di un loro regolare soggiorno nel nostro paese; risultano maggiormente vulnerabili e disposti ad accettare forme di lavoro irregolare, sottopagato e massacrante”.
Nel documento approvato dalla Conferenza delle Regioni, sono indicate alcune soluzioni.
Si chiede, ad esempio di “dare piena attuazione” alla «Rete del lavoro agricolo di qualità» “al fine di rendere operative ed efficaci tutte le forme di intermediazione pubblica fra domanda e offerta di lavoro”.
Secondo le Regioni è necessario “procedere alla condivisione delle banche dati attualmente in uso all'Inps, con tutti gli altri componenti della «Rete del lavoro agricolo di qualità» ed ai centri per l'impiego, al fine di far emergere irregolarità ed elusione delle norme vigenti, consentendo, così, il puntuale monitoraggio del fenomeno”. Da parte della Conferenza è stata sollecitata la previsione “per le pratiche virtuose misure premiali come: forme di reinserimento lavorativo per chi denuncia omissioni od irregolarità di aziende aderenti alla «Rete del lavoro agricolo di qualità»; riconoscimento di sgravi fiscali, agevolazioni all'interno delle misure dei Piani di sviluppo rurale e risorse continuative, a quelle aziende che prendono in carico, assumendolo, colui che denuncia.
Oltre all’adozione di “misure di protezione a tutela dei lavoratori che denuncino tale reato”.
BAS 05