“Il 27 per cento dei giovani lucani di età compresa tra 15 e 29 anni sono fuori dal mercato del lavoro e fuori dai circuiti della formazione professionale, scolastica o universitaria. Lo rileva l'Istat nella sua ultima indagine sul fenomeno Neet (Not in Education, Employment or Training) riferita al 2011”. E’ quanto si legge in una nota della Cisl lucana. “Un dato in lieve miglioramento rispetto al 2010 ma assai lontano dalla media nazionale (22,7%) ed europea (15,4%) – afferma il segretario generale della Cisl Basilicata Nino Falotico – che rappresenta la spia preoccupante di un fenomeno che rischia di compromettere il futuro di un'intera generazione”. Cgil, Cisl, Uil e Confindustria hanno siglato nei giorni scorsi a Roma un documento d'intenti su formazione, occupazione giovanile e crescita economica con l'obiettivo di rimettere la questione giovanile al centro dell'agenda politica e di fornire un contributo di metodo e di contenuti per rilanciare il ruolo della formazione come volano di crescita e occupazione.
“Se nonostante le ingenti risorse assicurate dal Fondo sociale europeo oltre un quarto dei giovani lucani under 30 è fuori dal mercato del lavoro e dai percorsi di istruzione e formazione – spiega Falotico – allora vuol dire che c'è qualcosa da mettere a posto nelle politiche pubbliche orientate al lavoro. È necessario un cambiamento culturale che rimetta il lavoro e l'impresa al centro del sistema educativo e la formazione tra le politiche di crescita economica e di sviluppo del territorio. Noi diciamo che la scuola tecnica e professionale deve tornare a dialogare in modo sistematico e in una logica di rete con l'industria manifatturiera in modo da rispondere in modo adeguato alla mutevole domanda di competenze delle imprese. L'apprendistato resta la via maestra per favorire il dialogo tra formazione e impresa e favorire l'ingresso nel mercato del lavoro ai giovani disoccupati, ma occorre snellire le procedure burocratiche, creare un’offerta formativa su misura e un sistema di certificazione delle competenze, infine offrire nuovi incentivi se vogliamo che le imprese adottino l'apprendistato come principale strumento di reclutamento del personale”.
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