“Sono tanti gli operai agricolo-forestali della Val Camastra che da ottobre attendono di percepire uno stipendio guadagnato con fatica”.
Per Marco Imundo, assessore al Comune di Laurenzana, “i braccianti forestali –pur essendo una risorsa fondamentale per il nostro territorio, per la sua tutela e salvaguardia, non sono adeguatamente considerati pur svolgendo un lavoro di fondamentale importanza. Molti ignorano che grazie a loro possiamo contare sulla pulizia delle strade, la manutenzione del verde pubblico, le sistemazioni idrauliche, i lavori di ingegneria naturalistica e persino il servizio antincendio. Tutte attività volte ad evitare problemi alla comunità, ma a quanto pare li generano a sé stessi considerando come vengono trattati tanto che il loro compenso diventa quasi un’utopia”.
“Le problematiche legate a questa categoria di lavoratori sono molte- continua Imundo – non ultima quella inerente l’apertura dei cantieri forestali che, in linea teorica, dovrebbe avvenire a marzo ma che, in pratica, cade puntualmente a giugno , costringendo i lavoratori a dover lavorare fino a dicembre con condizioni atmosferiche spesso proibitive e con i rischi per la salute che aumentano.
Oltre al danno si aggiunge poi la beffa se il lavoro non viene remunerato e ci si ritrova dopo mesi ad “elemosinare” ciò che spetterebbe di diritto. Il 27 di ogni mese è considerato “giorno di paga” per tutti i dipendenti pubblici ma, non per i forestali che pur appartengono alla categoria, per i quali all’ iniziale disagio (il lavoro all’esterno quando il tempo non è dei migliori) si aggiunge la precarietà retributiva. La situazione si aggrava ulteriormente, diventando insostenibile, per le famiglie monoreddito per le quali quello stipendio è l’unica entrata, la sola fonte di sostentamento.
Dà un senso di impotenza che rasenta quasi la frustrazione – ribatte Imundo – non riuscire nemmeno a sapere a chi indirizzare questo appello o chi interfacciarsi per poter contribuire fattivamente alla soluzione del problema. Assistiamo al continuo balzello dello scaricabarile tra Regione, area programma Alto-Basento e Comune di Avigliano. Quest’ultimo, paradosso dei paradossi, è il capofila di un’area programma che comprende territori non proprio limitrofi e che dovrebbe garantire la programmazione e la gestione anche degli interventi forestali e che invece risulta un punto di riferimento solo virtuale. Viene quindi spontaneo pensare – conclude Imundo – che non sempre riformare , soprattutto quando la motivazione è soltanto economica, equivale a migliorare. In questo caso le aree programma favorendo la gestione associati di servizi municipali ha, però, finito per indebolire il legame dell’ente locale con il proprio territorio, affievolendo anche le possibilità di controllo”.
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