L’Alsia motore della Fragola della Basilicata IGP

La caratterizzazione varietale condotta dai tecnici dell’Agenzia da oltre un trentennio, ha permesso di valutare il comportamento di centinaia di varietà di fragola selezionate da breeders italiani e stranieri. Elementi che sono stati fondamentali anche per il riconoscimento dell’IGP

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Dal 5 novembre scorso, la “Fragola della Basilicata” è ufficialmente iscritta nel registro dell’Unione delle Indicazioni Geografiche Protette (IGP) e tale riconoscimento rappresenta un risultato di straordinaria importanza per l’intero comparto agricolo lucano. Si tratta di un traguardo raggiunto grazie anche al ruolo determinante delle Organizzazioni di Produttori, protagoniste e promotrici di processi di aggregazione e valorizzazione nell’ambito della filiera ortofrutticola nazionale. Un percorso virtuoso che ha posto al centro la tutela e la promozione dell’eccellenza produttiva del territorio. Attualmente la fragolicoltura lucana si estende su circa 1.200 ettari coltivati, con una produzione annua di circa 500.000 quintali e un fatturato che supera i 150 milioni di euro. L’Alsia (Agenzia Lucana di Sviluppo e di Innovazione in Agricoltura) ha svolto un ruolo tecnico di primaria importanza all’interno del Comitato promotore, curando la preparazione della documentazione prevista dalla normativa vigente. La caratterizzazione varietale condotta dai tecnici dell’Agenzia presso l’Azienda Agricola Sperimentale Dimostrativa “Pantanello” di Metaponto da oltre un trentennio, ha permesso di valutare il comportamento di centinaia di varietà di fragola – selezionate da breeders italiani e stranieri, sia sotto il profilo produttivo sia sotto quello qualitativo. Proprio le caratteristiche qualitative hanno determinato il successo della fragola lucana sui mercati nazionali ed esteri, contribuendo a farne un prodotto leader riconosciuto per eccellenza e reputazione. Questi elementi sono stati fondamentali anche in sede di istruttoria per il riconoscimento dell’IGP, confermando l’elevato valore tecnico e scientifico del lavoro svolto dall’Alsia. “Il contributo dell’Agenzia – afferma il direttore Michele Blasi – è stato decisivo anche nella redazione della relazione tecnica e del Disciplinare di produzione, con particolare attenzione agli aspetti qualitativi, grazie alla lunga esperienza e agli studi condotti nella sperimentazione su questa specie. Inoltre, continueremo a supportare gli operatori della filiera sia per la costituzione del consorzio di tutela sia per offrire una puntuale assistenza tecnica per il rispetto dei requisiti previsti dal disciplinare”. Il riconoscimento dell’Indicazione Geografica Protetta suggella decenni di impegno, ricerca e collaborazione, restituendo il giusto valore a un prodotto che da oltre cinquant’anni rappresenta un simbolo di qualità e identità per l’agricoltura lucana.

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