Lacorazza: “Il Sud accetti la sfida dell’efficienza”

“Le politiche di coesione non possono essere sostitutive di quelle ordinarie”, ha detto presidente del Consiglio regionale al Seminario promosso dalla Svimez su “Cooperazione virtuosa tra Regioni meridionali e Stato”

&ldquo;Il Mezzogiorno deve essere dentro le strategie e le politiche pubbliche per il Paese, altrimenti la stessa riforma costituzionale non costituir&agrave; un&rsquo;opportunit&agrave; ma al contrario appesantir&agrave; gli effetti di rischio per la tenuta unitaria e quindi per la ripresa economica dell&rsquo;Italia&rdquo;. E&rsquo; quanto ha detto il presidente del Consiglio regionale, Piero Lacorazza, che oggi a Roma &egrave; intervenuto nel seminario su &ldquo;Cooperazione virtuosa tra Regioni meridionali e Stato&rdquo;, promosso dalla Svimez.<br /><br />&ldquo;Le politiche di coesione &ndash; ha aggiunto Lacorazza – non possono essere sostitutive delle scelte &#39;ordinarie&#39;, ma aggiuntive o complementari. L&rsquo;impatto degli effetti di alcune scelte come, per esempio, i criteri per l&#39;attribuzione delle risorse alle Universit&agrave; (come emerge anche dall&rsquo;analisi proposta proprio oggi da Mauro Fiorentino, gi&agrave; rettore dell&rsquo;Unibas) o in materia scolastica e sanitaria, per non parlare di quella energetica, non sono sostituibili dalle politiche di coesione che devono, anch&rsquo;esse, recuperare indirizzi strategici pi&ugrave; definiti nel Mezzogiorno. Da un a parte quindi ci deve essere il Sud nelle politiche nazionali e dall&#39;altra il Sud deve recuperare una cooperazione rafforzata tra le Regioni che ne vincoli le scelte a pochi e chiari obbiettivi&rdquo;.<br /><br />A parere di Lacorazza &ldquo;ci deve essere anche un Sud capace di accettare le sfida dell&rsquo;efficienza e della corrispondenza tra maggiori virt&ugrave; e maggiori poteri, cos&igrave; come dice l&#39;art. 116 della riforma costituzionale. Ma il fatto che le Regioni debbano integramente finanziare le proprie funzioni e che la definizione del fondo di perequazione avverr&agrave; con legge ordinaria (cio&egrave; conta nel processo di approvazione solo la Camera ed &egrave; molto marginale il ruolo del Senato delle Regioni e delle Autonomie) corre il rischio aggiungere ulteriori criticit&agrave; alla gi&agrave; fragile presenza istituzionale che sovrintende al coordinamento le politiche di coesione&rdquo;.<br /><br />&ldquo;In questo contesto, senza una politica di sviluppo incisiva &ndash; ha concluso Lacorazza -, si corre il rischio di una torsione centralista che non fa bene al Sud e al Nord, che non fa bene all&#39;Italia. I referendum proposti da dieci Regioni italiane, molte delle quali meridionali, sui poteri delle Regioni in materia energetica possono aiutare a riportare su binari pi&ugrave; corretti il processo di riforma, di cui questo Paese ha bisogno per essere meno costoso e pi&ugrave; efficiente, ma mantenendo un percorso democratico forte e un legame diretto con i territori&rdquo;.&nbsp;

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