Sulla violenta aggressione avvenuta ieri sera nel carcere del capoluogo, per mano di un detenuto affetto da problemi psichiatrici in danno di due Assistenti Capo della Polizia Penitenziaria interviene la Uil Pa Penitenziari.
“Il sindacato – si legge nel comunicato stampa della Uil – alza il tono della voce perché il personale si trova abbandonato all’interno dei reparti detentivi a lavorare in condizioni al limite della sopportazione, tra prevaricazione dei diritti e doppi carichi di lavoro”. Pe la Uil quello che è successo è l’ennesimo atto di violenza nel carcere del capoluogo. Se andiamo avanti così il carcere di Potenza rischia di rimanere senza personale per mano di detenuti violenti. I baschi blu sono impotenti di fronte ad un sistema inefficiente, i detenuti sono consapevoli di tutto ciò e approfittano del contesto. Gli interventi messi in atto negli ultimi anni dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria a livello nazionale in esecuzione alla sentenza Torreggiani – nuovo modello di detenzione – prevede la concessione di ampi spazi all’interno delle quattro mura a beneficio dei detenuti, mollando in un certo senso la presa della restrizione, come deterrente al sovraffollamento delle carceri italiane per evitare le pesanti condanne dell’Europa.
Bisogna dire anche, che l’attuale sistema penitenziario Italiano si conferma come l’ennesimo fallimento dell’Amministrazione Penitenziaria e della classe Politica. A pagarne le conseguenze è il personale di Polizia Penitenziaria”. Il carcere del capoluogo è aggravato anche dal fatto che l’Amministrazione sta trasferendo numerosi soggetti affetti da patologie psichiatriche. Attualmente risultano assegnate solo 10 ore al mese dall’ASP di Potenza della branca specialistica in psichiatria, con un accesso in Istituto di un medico 1-2 volte a settimana, pretendendo di tamponare e curare detti soggetti.
Oggi è la polizia penitenziaria a gestire questi detenuti “malati” all’interno delle sezioni senza mezzi e risorse, ma soprattutto senza strumenti di autodifesa.
La UIL si è sempre espressa positivamente a livello nazionale sulla linea del cambiamento, che doveva deterrente al sovraffollamento delle carceri e alla carenza di personale, ma abbiamo avuto anche il sentore che gli interventi se non incardinati con l’organizzazione del lavoro, potessero ripercuotersi sulla Polizia Penitenziaria. La Casa Circondariale del capoluogo è sotto organico e in una piccola realtà come è Potenza, ha un forte impatto di disagio e frustrazione. Se non verranno riequilibrate le relazioni sindacali e la rimodulazione dell’organizzazione del lavoro in ogni singola sede in modo da incardinare il nuovo modello di detenzione con i servizi degli operatori penitenziari, la UIL è pronta a dichiarare lo stato di agitazione, tenuto conto che il personale già è sofferente e demotivato per le condizioni attuali di lavoro. La decisione di aprire le sezioni detentive per consentire maggiore libertà di movimento ai detenuti avrebbe dovuto presuppore nuove modalità di sorveglianza (dinamica) da parte dei baschi azzurri. Invece i poliziotti penitenziari sono lasciati soli ed abbandonati alla mercé di centinaia di detenuti senza alcun strumento di difesa e senza alcun percorso di deresponsabilizzazione conseguente, pur più volte promessi dai vertici dipartimentali e dai vari ministri della Giustizia. In tutto questo – conclude la Uil – il capo del Dap Consoli e il Ministro della Giustizia Orlando, non possono sottrarsi dalle proprie responsabilità e dall’inefficienza del nuovo modello di esecuzione della pena, non possono far finta di nulla perchè un’aggressione ad un Agente è colpire lo Stato”.
bas04