La provocazione di Confagricoltura nei confronti dell’ARA

Palmino Ferramosca: “A chi giova?”

Ci ha stupito la provocazione messa in atto da Confagricoltura nei confronti dell’ARA di Basilicata. Prima in un incontro presso l’assessorato regionale all’Agricoltura, poi con un velenoso comunicato stampa viene fuori un astio ingiustificato ed ingiustificabile (evidentemente “indotto”). 
Nell’occasione, ad incontrare il Presidente e il Direttore dell’ARA la Confagricoltura ha inteso invitare il sig. Di Ciommo, ben sapendo che lo stesso è da anni impegnato in una personale crociata tesa a denigrare il lavoro di questa Associazione Allevatori (sino al tentativo di demolirla con la costituzione di una vera e propria associazione concorrente alla stessa, quando ne era ancora socio). Il tutto scatenato dalla sua sconfitta  nel 2009, in occasione del rinnovo delle cariche sociali dell'Ara e che lo ha portato nel tempo ad intentare diverse azioni di “guerriglia” pretestuose, talune anche (calunnie, denunce) con risvolti giudiziari, tutte  risolte a suo danno e con questa Associazione  che ne è uscita sempre vincente.
Lo stesso, inoltre, ha in corso un contenzioso con l’ARA a fronte di servizi regolarmente prestati presso la sua azienda.
Dunque nessuno scheletro nell’armadio (serietà vorrebbe che chi ne conosce qualcuno lo denunci invece di insinuare) e  tantomeno timore di confrontarsi su temi e/o argomenti (abbiamo sempre risposto in forma scritta e puntualmente ad ogni questione sollevata).
A fronte di tale provocatoria presenza quello del Presidente e del Direttore dell’ARA è stato solo un atteggiamento consequenziale a fatti gravi ed oggettivi, imposto dalla necessità di tutelare la dignità dell’ARA, del suo operato e di chi in essa ci lavora.
Vorremmo ricordare all’attuale veemente Presidente di Confagricoltura che nel novembre 2014 il suo predecessore, Presidente Sonnessa, ed il Direttore Viscido si impegnarono ad avviare un confronto costruttivo.
Siano ancora qui (sempre disponibili) ad attenderlo quel confronto costruttivo che -come è evidente- non può certo avvenire con personaggi in guerra permanente con l’interlocutore e non in regola, alla pari degli altri allevatori lucani e nemmeno con lo spirito che ha dettato il loro comunicato stampa.
Riteniamo, altresì, scorretto ed irrispettoso delle istituzioni regionali,  l’aver voluto tirare dentro ad una tale miserevole diatriba l’assessorato competente, verso cui ribadiamo tutta la nostra stima e rispetto. 
Dispiace che a farsene carico sia il responsabile di una importante associazione come Confagricoltura, che sembra essere tornato indietro nel tempo ed aver mutuato a sua volta toni da “crociata”.

    Condividi l'articolo su: