Le attuali politiche di riforme completano l’opera partita due anni fa con la legge Fornero, poi con il decreto Letta e Poletti e non riguardano solo il riordino delle tipologie contrattuali
Il corposo pacchetto di riforme del lavoro è applicato a tutti gli ambiti del mercato. E’ intervenuto non solo sul riordino dei contratti, ma anche sulle politiche attive e passive, sul sistema sanzionatorio nel tentativo di semplificare le regole della gestione dei rapporti di lavoro. La riflessione è stata fatta nel corso di “Matera è Fiera”, dove è stato ricordato come all’indomani della riforma applicata sul sistema pensionistico dal Governo Monti, tutti i governi che si sono succeduti hanno apportato correttivi al mercato del lavoro al fine di renderlo più produttivo e competitivo. Quindi partendo dalla legge Fornero, le attuali riforme intervengono sull’intera disciplina del mercato del lavoro. Il Jobs act segue la stessa impostazione del Governo Monti, poi del Governo Letta e infine della flexsecurity (condizioni dettate nella lettera scritta all’Italia dalla Banca Centrale Europea – BCE – per comprare titoli di stato italiani al fine di abbassare lo spread). L’obiettivo è quello di incentivare la flessibilità in uscita, realizzare una rete integrata di ammortizzatori sociali, incoraggiare la propensione ad assumere nel periodo di crisi e di incertezza che caratterizza quello attuale.
Il Governo Renzi è riuscito riscrivere le regole del sistema del diritto del lavoro partendo dalla tutela del rapporto di lavoro fino alla tutela del mercato di lavoro. Il decreto legislativo 23/2015 ha avuto un forte impatto nel mondo delle piccole e medie imprese sia per la flessibilità in uscita, applicando la revisione della disciplina del licenziamento, sia per la riduzione del costo del lavoro attraverso gli sgravi contributivi previsti dalla legge di stabilità. La discontinuità dalla legge Fornero è stata segnata dalla nuova normativa dei contratti a tempo indeterminato a cui ha fatto seguito l’approvazione del Testo unico dei contratti di lavoro. Il decreto legislativo sul riordino dei contratti (d.lgs 81/2015). è entrato in vigore il 25 giugno e rappresenta un importante tassello della riforma. Con il decreto 81/2015, alcuni contratti hanno subito parziali ritocchi, altri sono stati in gran parte rivisti e altri completamente abrogati. Il decreto interviene sui contratti a termine, sull’apprendistato e introduce novità sulla collaborazione e sulla revisione della disciplina delle mansioni.