Interrogazione Venezia su vettori malarici in Basilicata

Il consigliere regionale del Pdl intende sapere “quali azioni preventive si intendano attuare per bloccare la diffusione di specie potenzialmente malariche”

In premessa, il consigliere Venezia sottolinea che il &ldquo;Bollettino Ufficiale dell&rsquo;Ordine dei Biologi Italiani ha pubblicato nell&rsquo;ultimo numero del 2012 uno studio congiunto tra gli Istituti Zooprofilattici Sperimentali di Abruzzo-Molise, Puglia – Basilicata, ed Istituto Superiore di Sanit&agrave; &ndash; Dipartimento Malattie Infettive di Roma, volto a documentare la presenza di vettori malarici in Italia&rdquo;. &ldquo;Tra le varie zone oggetto di studio, in Basilicata prosegue Venezia – e precisamente nel territorio comunale di Ferrandina, sono stati catturati tre esemplari femminili di Anopheles Superpictus, specie considerata tra i principali vettori malarici africani e rinvenuta ufficialmente l&rsquo;ultima volta in Basilicata, nel 1978, in agro di Rotondella, in allevamenti bovini situati presso il fiume Sinni. Suddetta specie era da tempo introvabile in Italia e, stando alle conclusione dei biologi, ha in Basilicata le caratteristiche ambientali idonee per l&rsquo;attecchimento larvale. L&rsquo;Anopheles Superpictus &egrave; una specie a fenologia estivo-autunnale e raggiunge la massima densit&agrave; tra agosto e settembre e suddetta specie &egrave; vettore altres&igrave; della cosiddetta &lsquo;malattia del Nilo occidentale&rsquo;(WND), forma di encefalomielite riscontrata nel 2011in alcuni allevamenti lucani. Alla luce di questi ritrovamenti &ndash; riferisce Venezia – gli autori dello studio hanno auspicato una pi&ugrave; intensa ed approfondita attivit&agrave; di mappatura del fenomeno nella Provincia di Matera&rdquo;.<br /><br />Pertanto, il consigliere Venezia, interroga il Presidente della Giunta regionale e l&rsquo;Assessore alla Salute per sapere: &ldquo;se la Giunta regionale o gli Uffici Dipartimentali siano a conoscenza di suddetto studio; quali azioni preventive intendano attuare per bloccare la diffusione di specie potenzialmente malariche; quanti casi di WND risultino ad oggi interessare gli allevamenti lucani e se la Regione Basilicata intenda collaborare con l&rsquo;Istituto Superiore della Sanit&agrave; di Roma per velocizzare ed approfondire suddetta ricerca&rdquo;.<br /><br />&quot;La &lsquo;Superpictus&rsquo; – spiega ancora Venezia – non &egrave; stata rivenuta in altre zone d&rsquo;Italia, e la sua presenza in Basilicata &egrave; potenzialmente pericolosa non solo per la WND ma anche perch&eacute; questa specie di zanzara non &egrave; stata ancora testata con ceppi afro-tropicali di plasmodium falciparum, una parassita malarico, che invece &egrave; ospitabile da tutte le altre specie dello stesso sottogenere della Superpictus. I focolai larvali della specie non sono stati rinvenuti, quindi occorrono pi&ugrave; approfondite indagini per meglio conoscere lo sviluppo di questo tipo di zanzare. I biologi autori dello studio auspicano una ricerca pi&ugrave; dettagliata dei bacini idrografici della Provincia di Matera, per meglio monitorare l&rsquo;andamento del fenomeno&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Presidente De Filippo &ndash; dice Venezia – cosa dire sta a voi, o meglio cosa fare. Il clima si riscalda, cambia la fauna acquatica insieme a quella terrestre, e la Basilicata d&rsquo;altro canto rispolvera i fantasmi del passato, quel mal d&rsquo;aria che viveva del degrado territoriale e della mancata regimentazione dei corsi d&rsquo;acqua: un revival del latifondo. Urge Presidente un vostro interessamento immediato e costante, analogo a quello che il Ministero della Salute ha riservato alla Basilicata scavalcando ancora una volta l&rsquo;omert&agrave; dei nostri enti regionali&rdquo;.&nbsp;<br /><br />&nbsp;

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