Nel dibattito sul libro “Il grande fratello ci guarda”, il presidente della Crlm ha parlato delle insidie della rete, dove “l’uomo diventa sempre più oggetto della massa, perde la dimensione di comunità e che omologa gusti, abitudini ed interessi”
“Aver derubricato il tema della privacy ad argomento secondario, quale conseguenza di un accesso ai nostri dati personali pressoché gratuito barattato con la possibilità di accedere ai social e ad internet, è stato un grave errore. Il libro di Giuseppe Balena è una delle poche opere in Italia che si sta occupando realmente di questa tematica e delle insidie della rete in generale, gli va dato merito dell’interessante analisi che propone”.<br /><br />Lo ha detto il presidente della Commissione regionale dei lucani nel mondo, Aurelio Pace, che ha partecipato oggi alla presentazione del volume intitolato “Il grande fratello ci guarda” del giornalista Giuseppe Balena, collaboratore della trasmissione “Mistero” di Italia 1 ed originario di Ferrandina. Con Pace, oltre all’aurore, hanno partecipato al dibattito il consigliere regionale Achille Spada, il presidente dell’Ordine degli avvocati di Potenza Giampaolo Brienza, Rosanna Pace di “Formapop” e il giornalista Giovanni Salvia.<br /><br />“A volte navigando in rete – ha detto Pace – si ha quasi l’impressone di aver dilatato i famosi ‘quindici minuti di notorietà’, che il visionario artista Andy Warhol voleva rubricare come evento episodico, fino a farli diventare un fatto normale. In un processo animato dalle folle più che dalle comunità, chi si perde è l’individuo e quindi l’unicità dell'uomo. Ed è questo l'aspetto che mi preoccupa di più: l’uomo che diventa sempre più oggetto della massa, sempre più indistinto, che perde la dimensione di comunità e che omologa gusti, abitudini ed interessi attraverso lo strumento più impersonale ed al tempo stesso più ineludibile di questo tempo che è la rete”.<br /><br />