Inchiesta sanità, M5s: sul riesame deliri della maggioranza

Per Perrino e Leggieri “nel mondo reale, l’agonia della nostra regione continua inesorabile, ma a Polese e Giuzio questo non sembra interessare. Dovrebbero comprendere che la Basilicata non è un’appendice dei loro interessi personali e politici”

&ldquo;Una maggioranza arrogante e prepotente continua a tenere sotto scacco questa regione. Lo scandalo che ha investito l&#39;estate scorsa la sanit&agrave; lucana, emerso dall&rsquo;inchiesta della Procura di Matera, ha messo nero su bianco le storture e lo squallore di pratiche clientelari che qualcuno, forse colto da delirio di onnipotenza, riteneva potessero considerarsi la normalit&agrave;. Oggi, come se non bastasse, ci tocca registrare altri tipi di deliri: quelli di una parte della maggioranza consiliare e di altri personaggi politicamente marginali che nella giornata di ieri si sono scagliati in maniera veemente contro le decisioni del Riesame. Un&rsquo;operazione becera quella messa in atto dalla corrente maggioritaria del Pd lucano&rdquo;. E&rsquo; quanto dichiarano i consiglieri regionali del Movimento cinque stelle Giovanni Perrino e Gianni Leggieri.<br /><br />A loro parere &ldquo;i cassazionisti dell&rsquo;ultima ora nostrani e gli esperti garantisti a giorni alterni farebbero meglio a chiedere scusa e ad abbassare i toni. Queste uscite non fanno altro che confermare la protervia di certa classe politica e l&rsquo;egoismo che spesso ha caratterizzato le scelte politiche in questa regione. Non a caso si &egrave; optato per indire le votazioni il pi&ugrave; tardi possibile, il 26 maggio. Nel frattempo, nel mondo reale, l&rsquo;agonia della nostra regione continua inesorabile, ma a Polese e Giuzio questo non sembra interessare. Dovrebbero comprendere che la Basilicata non &egrave; un&rsquo;appendice dei loro interessi personali e politici ed imparare a rispettare tutti i livelli dei poteri che contribuiscono a limitare le derive che troppo spesso, purtroppo, siamo costretti a registrare e che mettono in serio pericolo la tenuta della complessa societ&agrave; italiana. La Corte di Cassazione, evidentemente, in questa fase non pu&ograve; essere considerata come l&#39;entit&agrave; che tutto pu&ograve; decidere, per cui sarebbe il caso di avere il buonsenso e l&#39;umilt&agrave; di attendere che si concludano tutti i passaggi previsti dalla legge, compresi quelli che chiamano in causa i giudici dei tribunali di periferia: &lsquo;dura lex sed lex&rsquo;&rdquo;.<br /><br />

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