Incendi a Policoro, Castelluccio: campanello allarme

Per il vice presidente del Consiglio regionale “bisogna rafforzare ogni azione prevista dal sistema locale e regionale di Protezione civile e dal piano regionale antincendi boschivi”

&ldquo;I diversi focolai di incendio divampati ieri a Policoro sono un preoccupante campanello d&rsquo;allarme che devono rafforzare ogni azione prevista dal sistema locale e regionale di Protezione civile e dal piano regionale antincendi boschivi&rdquo;.<br /><br />E&rsquo; quanto afferma il vice presidente del Consiglio regionale Paolo Castelluccio (Pdl-Fi) sottolineando &ldquo;l&rsquo;importante lavoro dei vigili del fuoco, delle forze dell&rsquo;ordine, della polizia locale, volontari, dipendenti del Comune che hanno evitato danni maggiori e rischi diretti a persone&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Non si pu&ograve; per&ograve; non rilevare che invece di far arrivare i canadair da aeroporti lontani anche in questo caso &ndash; aggiunge Castelluccio &ndash; si segnala l&rsquo;utilit&agrave; multifunzionale della struttura aeroportuale di Pisticci che, attraverso la Winfly, come &egrave; noto, si &egrave; candidata a diventare base aerea operativa per i servizi antincendi, di avvistamento e di monitoraggio ambientale con il vantaggio dell&rsquo;immediatezza per ogni intervento. I mezzi aerei messi a disposizione dal dipartimento nazionale protezione civile sono pochi specie in una fase che registra incendi in numerose aree del Paese e per questo lo stesso dipartimento ha invitato la nostra ed altre Regioni a dotarsi di una propria flotta aerea di servizio&rdquo;.<br /><br />&ldquo;L&rsquo;auspicio &egrave; che &ndash; continua &ndash; gli incendi di Policoro, dopo quelli della scorsa settimana a Metaponto e Nova Siri e ancor prima quello di Maratea, possano adeguare il nostro sistema regionale di protezione civile utilizzando l&rsquo;aviosuperficie di Pisticci che, secondo la proposta Winfly, non solo garantisce efficienza ed efficacia di intervento ma anche riduzione di spese&rdquo;.<br /><br />Nel sostenere che &ldquo;destano preoccupazione le parole del sindaco di Policoro Mascia sull&rsquo;origine &lsquo;presumibilmente dolosa&rsquo; degli incendi&rdquo;, Castelluccio ricorda che &ldquo;nel mese di gennaio scorso&nbsp; una deliberazione di giunta regionale ha accolto l&rsquo;indicazione della precedente Giunta comunale di Policoro nella scelta di un&rsquo;area di 16.800 mq in via Umbria, di propriet&agrave; dello stesso Comune&nbsp; quale&nbsp; nuova area nel Comune di Policoro con finalit&agrave; di protezione civile, all&rsquo;interno del centro abitato tra il secondo e il terzo piano di zona in adiacenza al PalaErcole (gi&agrave; sede del Centro operativo municipale) e alla sede comunale&rdquo;.<br />&ldquo;Per poter soddisfare ogni&nbsp; necessit&agrave; di intervento &ndash; evidenzia il vice presidente del Consiglio regionale &ndash; occorre innanzitutto definire gli scenari di rischio sulla base della vulnerabilit&agrave; della porzione di territorio interessata (aree, popolazione coinvolta, strutture danneggiabili, etc.) al fine di poter disporre di un quadro globale ed attendibile relativo all&rsquo; evento atteso e quindi poter dimensionare preventivamente la risposta operativa necessaria al superamento della calamit&agrave; con particolare attenzione alla salvaguardia della vita umana. Il Piano &egrave; dunque uno strumento di lavoro tarato su una situazione verosimile sulla base delle conoscenze scientifiche dello stato di rischio del territorio, aggiornabile e integrabile non solo in riferimento all&rsquo;elenco di uomini e mezzi, ma soprattutto quando si acquisiscano nuove conoscenze sulle condizioni di rischio che comportino diverse valutazioni degli scenari, o ancora quando si disponga di nuovi o ulteriori sistemi di monitoraggio e allerta alla popolazione&rdquo;.<br /><br />Per Castelluccio &ldquo;a livello comunale, si rende necessario arrivare ad un maggiore dettaglio che consenta agli operatori delle varie componenti della Protezione civile di avere un quadro di riferimento corrispondente alla dimensione dell&rsquo;evento atteso, della popolazione coinvolta, della viabilit&agrave; alternativa, delle possibili vie di fuga, delle aree di attesa, di ricovero, di ammassamento e cos&igrave; via. Considerato che il rischio presente in un territorio pu&ograve; fare riferimento a diverse tipologie di evento (incendi, alluvioni, terremoti, frane) il Piano deve prevedere uno o pi&ugrave; &lsquo;scenari di rischio&rsquo;, a cui debbono o possono corrispondere diverse tipologie di intervento&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Il concetto-chiave della pianificazione di emergenza &ndash; conclude &ndash; &egrave; comunque cercare di prevedere tutto, ma tuttavia occorre essere consapevoli che sar&agrave; sempre possibile in ogni emergenza, dover affrontare qualcosa di non previsto, pertanto occorre la massima flessibilit&agrave; e contemporaneamente la capacit&agrave; di creare i presupposti (ad esempio attraverso le esercitazioni) affinch&egrave; anche in questi casi&nbsp; come &egrave; accaduto con gli incendi vi siano le migliori condizioni di messa in sicurezza della popolazione&rdquo;.<br /><br />L.C.<br />

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