Imu: Digilio, esonerare aziende agricole

“Sull’ Imu in agricoltura non ci possono essere mezze misure: né rinvio al 10 dicembre, una volta ultimato l'accatastamento dei 600.000 fabbricati rurali, come sostiene Antezza (Pd) e nè un limite al gettito complessivo che l'imposta municipale unica deve attendersi dal comparto agricolo per terreni, e fabbricati rurali come propone Latronico (Pdl). Più semplicemente bisogna tenere fuori e quindi esonerare l’impresa agricola”. E’ quanto sostiene il sen. Egidio Digilio (Fli) per il quale “non è pensabile che il settore agricolo riesca a fronteggiare un’ulteriore pesante botta fiscale. In termini pratici, secondo calcoli di fonte Confagricoltura, un'azienda con 50 ettari di seminativi che prima pagava 2200 euro all'anno oggi si troverebbe a pagare, solo su questi terreni, 4400 euro. Un raddoppio dell'imposizione. Oltre a questo va calcolata l'Imu sui fabbricati rurali. Per quanto riguarda l'abitazione non ci sono agevolazioni particolari, anche se si tratta di rurale. L'aliquota, nel caso di prima casa, è dello 0,4% e il coefficiente di moltiplicazione è 160. Per gli edifici strumentali (capannoni, alloggi agrituristici, locali di degustazione, trasformazione ecc) l'aliquota è fissata allo 0,2% e il coefficiente moltiplicatore, per la categoria D10, a 60. Nel caso di stalle censite come C6, tuttavia, in assenza di ulteriori elementi di chiarezza, il coefficiente moltiplicatore sarebbe 160. Sempre secondo i calcoli di Confagricoltura, che – evidenzia Digilio – è l’unica associazione di categoria ad aver aperto una vertenza sull'Imu per gli agricoltori con l’obiettivo di nessun compromesso, la stessa azienda agricola di 50 ettari con 4 fabbricati rurali, di cui uno come abitazione, si troverebbe a pagare 4200 euro all'anno. Il risultato finale? Prima l'azienda agricola utilizzata a titolo esemplificativo pagava un'Ici pari a 2200 euro, oggi si troverebbe a pagare 8600 euro, ovvero il 300% dell'attuale carico fiscale. Un’autentica mazzata. Per quanto mi riguarda in Senato non sosterrò alcuna proposta di mediazione nei confronti del Governo per il decreto “salva Italia” ma sosterrò l’esonero totale dell’Imu per le aziende agricole e chiederò ai colleghi lucani, una volta tanto che destra e sinistra sembrano andare d’accordo con l’impegno condiviso di rivedere la legge di applicazione dell’Imu, di pronunciarsi con chiarezza sulla mia proposta, dato che così com’è il provvedimento rischia di uccidere molte imprese agricole, già in forte difficoltà. Non si dimentichi che ogni anno in Basilicata almeno 600 titolari di imprese agricole sono costretti a cancellarsi dagli Albi delle Camere di Commercio di Potenza e di Matera”.

bas 03

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