Impiegati vessati tra blocco stipendi e precariato a vita

Intervento di Ignazio Messina, segretario nazionale Italia dei Valori Sul blocco degli stipendi agli statali il Governo non può gettare la spugna. Non dobbiamo bloccare gli onesti lavoratori ma confiscare i beni a corrotti e corruttori, con uno Stato forte che si costituisca parte civile obbligatoria nei processi. Ci sono diversi settori dai quali prelevare le risorse da destinare al lavoro e quindi adempiere al pagamento di tutti i contratti. Cominciamo a tagliare gli sprechi che si consumano nella pubblica amministrazione ed anche nella politica, a superare le difficoltà burocratiche che impediscono la vendita dei beni confiscati alla mafia e ad utilizzare i soldi depositati, a tempo perso, nel Fondo Unico Giustizia. Tre soluzioni pronte e disponibili per ovviare al problema e che rimettiamo al Governo, che non può deludere tutti i lavoratori già vessati e sfiduciati. Proprio come i precari della scuola. Per noi la rivoluzione si fa partendo dalla scuola. Dopo la riforma Gelmini, che noi di Italia dei Valori abbiamo osteggiato perchè ha compresso ogni prospettiva formativa e professionale nel nostro Paese, con tagli indiscriminati, oggi si punta al merito, alla qualità e ad investire in una delle principali fonti di sviluppo sociale. Dalle linee guida annunciate dal Ministro Giannini sembrano intravedersi passi in avanti , soprattutto per i precari che da anni combattono con poche garanzie e molte incertezze. Una scuola innovativa che parla con un linguaggio e strumenti diversi, utili a coinvolgere e stimolare le competenze. Tuttavia, rimane ancora irrisolto il nodo dei Quota 96 che di soluzioni ancora non ne hanno viste. Sembrava che ad una conclusione si stesse arrivando, per lo meno fino a quando la norma che avrebbe garantito la possibilità di congedo ai 4mila lavoratori della scuola non è stata sospesa dal decreto PA. Auspichiamo che in questa nuova strada intrapresa, come annunciato, si arrivi ad una riforma completa che interessi tutte le parti sociali coinvolte, puntando a migliorare un sistema formativo che in Italia è stato messo all’angolo, a danno di tutti e del futuro. E tra i precari non dimentichiamo che ci sono 3000 tirocinanti a rischio, i cosiddetti “precari della giustizia”, impiegati per tamponare la grave carenza di personale che affligge gli uffici giudiziari, che chiedono al Governo di poter continuare a svolgere il loro compito di supporto. Italia dei Valori si unisce alla loro richiesta e fa appello al Ministro della Giustizia Orlando, che già si è espresso con attenzione e sensibilità a riguardo, per trovare una soluzione e per venire incontro a questa situazione, evitando il vuoto di organico che si creerebbe in un settore, come quello della giustizia, che va incoraggiato e potenziato. Confidiamo nella sua disponibilità a ricercare, con ogni mezzo legittimo, la copertura necessaria per la prosecuzione della collaborazione del personale, ancor più facilitandone la stabilizzazione. Ciò al fine di impedire che ne venga dispersa la professionalità o che si verifichino gravi vuoti di personale nel momento in cui si avvia la riforma con un decreto legge in materia di giustizia civile, immediatamente operativo.

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