Impatto cinghiali in Parchi naturali, Vita presenta mozione

Il capogruppo del Psi in Consiglio regionale chiede che la Giunta e il Consiglio regionale si facciano “promotori presso il Governo nazionale di una proposta che affronti le diverse problematiche che riguardano il territorio protetto regionale”

“La presenza dei cinghiali e l’impatto sulle aziende agricole e non solo, nei Parchi Nazionali e nelle aree protette della regione rappresentano problemi da affrontare e risolvere”. E’ quanto sostiene il capogruppo del Psi Rocco Vita che ha presentato oggi una mozione con la quale si impegna la Giunta e il Consiglio regionale a “farsi promotori presso il Governo nazionale, anche attraverso un’apposita audizione in commissione Ambiente del Senato, sentiti i Parchi Nazionali presenti sul territorio, le Istituzioni gestori delle diverse aree protette regionali, le associazioni ambientaliste, della caccia e dell’agricoltura, di una proposta della nostra regione che possa affrontare le diverse problematiche specifiche che riguardano il territorio protetto regionale, con particolare riferimento ai problemi relativi alla convivenza delle popolazioni e delle loro attività con l’ambiente circostante, fortemente compromessa dalla eccessiva presenza dei cinghiali e non solo che mettono a dura prova, in particolare, il settore agricolo al quale va dato ascolto prima che si possano verificare gravi momenti di tensione”.

“I Parchi e le comunità dei parchi nella nostra regione – evidenzia Vita – da anni si trovano ad affrontare diverse problematiche inerenti la convivenza delle popolazioni e delle attività agro-silvo-pastorali con l’ambiente e le diverse specie animali presenti, con particolare riferimento all’eccessiva presenza di cinghiali che danneggiano le coltivazioni agricole rendendo difficile tale convivenza”. “A riguardo il Consiglio direttivo del Parco nazionale del Pollino – ricorda il capogruppo del Psi – ha messo in atto delle misure per affrontare il problema, prevedendo lo stop alle immissioni di specie di animali che comportano danni alle produzioni agricole, l’indennizzo per i danni provocati dalla fauna selvatica del parco, l’istituzione di un tavolo di concertazione con il coinvolgimento delle organizzazioni degli agricoltori, aprendo, inoltre, alla possibilità di prelievi faunistici e abbattimenti selettivi”. “Si tratta – dice – di misure sicuramente apprezzabili ma non risolutive del problema, perché con il solo indennizzo e senza una pianificazione completa degli interventi, comprendenti il controllo numerico, l’eventuale cattura e gli abbattimenti, le attività nei parchi ed in particolare quelle agricole non sono salvaguardate”.

Nella mozione Vita evidenzia che “le ’Linee guida per la gestione del Cinghiale (Sus scrofa) nelle aree protette’, elaborate dal ministero dell’Ambiente con il contributo scientifico e tecnico dell’Ispra, con la finalità di attuare una strategia di gestione del problema dei danni da cinghiale non perseguono la loro totale eliminazione, ma puntano ad una riduzione di questi al livello minimo socialmente accettabile, mirando al raggiungimento e al mantenimento di un punto di equilibrio tra le richieste di diversi gruppi sociali”. “Considerato, inoltre, che le linee riportano, tra l’altro, le modalità di ‘Pianificazione degli interventi’ che prevedono il controllo numerico, la cattura e gli abbattimenti dei cinghiali con la possibilità di utilizzare appostamenti in forma collettiva mediante ‘girata’ – prosegue Vita – appare utile rendere l’attuale normativa più flessibile, nella parte che il regolamento del parco stabilisce le eventuali deroghe ai divieti con particolare riferimento ai prelievi faunistici ed abbattimenti selettivi (L. 394/91, art. 11)”. “Appare possibile a riguardo, come previsto dalle stesse ‘Linee guida per la gestione del cinghiale nelle aree protette’, mettere in atto interventi programmati di abbattimento con l’ausilio di cani da seguito, in modo da poter tenere meglio sotto controllo la presenza dei cinghiali riducendo, nel contempo, i danni da essi provocati. E’ utile, infine, prevedere la presenza permanente, sia nella Consulta Tecnica Nazionale che nei Consigli Direttivi dei Parchi, di esperti in materia di agricoltura, del commercio e del turismo”.

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