In una conferenza stampa Pagliuca, Pici, Rosa e Venezia hanno criticato il governo regionale e il centrosinistra, “che non si curano della salute dei cittadini”, denunciando i ritardi nella realizzazione della struttura
“Oggi nell’Osservatorio della Val d’Agri ci sono sette ragazzi impegnati con il Cnr in attività che sono una piccola cosa rispetto al sistema di monitoraggio che ancora non esiste. Caro presidente De Filippo, ci dici perché dal 1998 al 2012 non hai fatto nulla per l’Osservatorio? Perché i lucani non possono sapere cosa è accaduto? Perché ci parli di quello che può essere e non di quello che è? E prima di autorizzare l’aumento di 25 mila barili della produzione petrolifera ci dici cosa è accaduto in questi anni?”. Con questi interrogativi il consigliere regionale Gianni Rosa ha concluso il suo intervento nella conferenza stampa convocata oggi dal Pdl per fare il punto sulla vicenda dell’Osservatorio ambientale della Val d’Agri, previsto dall’accordo Regione – Eni del 1998 ed entrato in funzione solo da pochi mesi. “La verità è che se ne fregano, e non si curano della salute e dell’ambiente, visto che tra l’altro hanno speso solo 260 mila euro a fronte dei 9 milioni di euro stanziati per questa attività, dopo che per molti anni i fondi per il monitoraggio ambientale sono stati utilizzati in maniera distorta, per finanziare la forestazione”, ha detto ancora Rosa che ha distribuito ai giornalisti la copia di tutti gli atti prodotti in questi anni per l’attivazione dell’Osservatorio.
E il responsabile Ambiente del Pdl, Giampiero D’Ecclesiis, ha spiegato che ci vorranno almeno 3 anni per avere i primi dati, ma in mancanza del cosiddetto “punto bianco” (cioè dei dati ambientali relativi alla condizione del territorio prima che iniziasse l’attività estrattiva) non sarà possibile avere riferimenti certi per una azione seria di monitoraggio ambientale, che significa studiare gli effetti sul suolo, sull’acqua e sull’atmosfera, ma anche le modifiche della vegetazione e della fauna e l’impatto sulla salute delle persone. In mancanza di questo approccio sistemico, “il centrosinistra in questi anni non ha garantito la salvaguardia dell’ambiente e non ha contenuto gli effetti delle estrazioni petrolifere, e l’Osservatorio è stato lo ‘specchietto per le allodole’”, ha detto Mariano Pici, che ha invitato tra l’altro il senatore Digilio “a farci conoscere i risultati della Commissione d’inchiesta sul petrolio da lui presieduta nel periodo 2000/2005, invece di criticare gli altri”.
“La questione petrolio – gli ha fatto eco Mario Venezia – è stata risolta con due articoli dell’assestamento di bilancio, che abbiamo votato convintamente perché occorre fare chiarezza sul perché altrove il petrolio è fattore di sviluppo e da noi è un fardello, con una gestione delle royalties da terzo mondo e la mancanza di controlli ambientali. E la Basilicata è l’unica regione dove si sono quintuplicate le incidenze di patologie tumorali: non c’è un nesso meccanico con le attività petrolifere, ma è evidente che in assenza di controlli ambientali qualche domanda bisogna farsela”.
“La questione dell’Osservatorio ambientale della Val d’Agri, come per altri versi le montagne di carte prodotte sull’inceneritore Fenice, sulla Liquichimica e sulla Valbasento, dimostrano l’inefficienza dell’azione politica di un centrosinistra che sta condizionando la vita dei lucani”, ha detto in conclusione il capogruppo Nicola Pagliuca. “Il paradosso – ha aggiunto – è che l’attività estrattiva è già oggi nella fase discendente, e se i tempi sono questi l’Osservatorio sarà pienamente attivo quando sarà finita”. Pagliuca è tornato poi sulle polemiche dei giorni scorsi circa l’approvazione della moratoria delle estrazioni petrolifere. “Abbiamo votato convintamente – ha detto – gli articoli dell’assestamento di bilancio. Ma se il giorno successivo scopro che il Governo ha impugnato una identica legge della Regione Abruzzo, qualche sospetto viene sul fatto che De Filippo non poteva non sapere e quindi si volesse fare una legge che nascesse debole e inefficace per essere poi impugnata. Noi non abbiamo fatto accordi con i petrolieri e vorremmo che la Basilicata provasse un’alternativa di governo. Altri, di fronte alla manifesta incapacità della propria azione di governo, dovrebbero fare un passo indietro”.