Alle donne di Basilicata. E’ la significativa dedica del recente volume di Margherita Torrio Da Montocchio alle Ande. Beatrice Viggiani (CalicEditore, Collana “Le Mimose”, 2016).
Il lavoro, che si avvale della presentazione del prof. Antonio Lerra, Presidente della Deputazione Lucana di Storia Patria, delinea l’interessante profilo di vita di Beatrice Viggiani, protagonista di prima fila del panorama culturale potentino degli anni Cinquanta/Sessanta del Novecento, ponendosi quale rilevante contributo alla più complessiva “rilettura” in atto dei nevralgici primi anni della Basilicata repubblicana. Anni, quelli, contraddistinti da significativi fervori ed “ansie per il nuovo”, di cui la Viggiani – come ampiamente emerge dal lavoro della Torrio – fu tra gli interpreti più rilevanti, non solo per elaborazione e produzione poetica, ma anche per il suo particolare percorso di vita, che la vide coraggiosamente partire dal “poco soddisfacente” contesto potentino verso quello meno conosciuto, ma più denso di fascino ed aspettative, del Venezuela, dove si trasferì, nel 1969, con Simon Gouverneur.
Un viaggio, questo, idealmente, ma accuratamente, ripercorso ora dalla Torrio attraverso l’analisi, talora anche critica, dei testi della Viggiani, oltre che dei contesti relativi alla sua formazione, ai luoghi di partenza ed arrivo. Su tutto ciò evidenziando, in particolare rispetto alla realtà venezuelana, “l’intreccio – si legge nella presentazione al volume – tra esperienza di emigrata e progressivo percorso di costruzione di un sistema di adattamento e di ulteriore sviluppo della sua attività culturale”, comunque senza mai disperdere il rapporto affettivo con la Patria e la famiglia, in particolare con la sorella. Un volume, quello di Margherita Torrio, frutto di articolati studi e ricerche, largamente fruibile sotto vari punti di vista: da quello più propriamente letterario, attraverso un’accurata analisi e riproposizione di scritti poetici e in prosa (anche in lingua) della Viggiani, a quello relativo ai contesti socio-culturali cittadini, Potenza prima e Caracas poi.
Ne risulta – come evidenzia la stessa Autrice – il carattere fortemente sincretico della complessiva produzione letteraria di Beatrice Viggiani, capace di ben sintetizzare aspetti della cultura della propria “terra d’origine” con quelli delle popolazioni più radicate in Venezuela, sua “nuova Patria”.
Arricchiscono l’interessante pubblicazione numerosi ed opportuni richiami in nota, accurati indici di nomi e luoghi, oltre che una preziosa Appendice documentaria nella quale spicca, tra l’altro, un’intervista rilasciata, qualche anno fa, da Beatrice Viggiani a Margherita Torrio.
Dall’insieme del volume emerge un ritratto di donna contraddistinta da “forte e vibrante personalità”, dai sempre larghi ed alti orizzonti culturali, con produzione poetica “che affascina e avviluppa”, che “scava dentro” – come sottolinea Margherita Torrio – alla ricerca, tra l’altro, di forme espressive sempre nuove.
Una donna, Beatrice Viggiani, il cui lascito culturale assume particolare valenza, anche simbolica, oggi, nella “giornata della donna”, attraverso l’agile, ma denso ed incisivo, volume di Margherita Torrio, significativamente presente nella Collana “Le Mimose” delle Edizioni Calice.
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