Si è tenuto, nei giorni scorsi, il decimo congresso regionale del partito della Rifondazione comunista.
“Il Congresso – si legge in un comunicato stampa del Prc – ha discusso della situazione politica, deciso di rafforzare la organizzazione del partito, eletto gli organismi regionali, elaborato una proposta politica e programmatica per la Basilicata.
“La Basilicata – è scritto nel documento finale – ancora una volta deve fare i conti con politiche di spoliazione delle sue risorse umane ed ambientali. Da oltre un decennio l’emigrazione sta causando l’accelerazione dello spopolamento di vaste aree della regione. Le estrazioni petrolifere, avviate da oltre venti anni, hanno causato un vero e proprio disastro ambientale, mettendo a rischio riserve di acqua potabile, quali la diga del Pertusillo, preziose per la vita e l’economia di milioni di persone; basti questo per affermare che la Basilicata deve uscire dal petrolio.
Il lavoro manca e quello che c’è è sempre più precario e più povero. Questo non è colpa di un destino cinico e baro ma è il frutto di politiche che hanno subordinato la creazione di posti di lavoro al sostegno degli interessi delle imprese private. Di fronte a questo fallimento riteniamo sia urgente adottare alcune misure a sostegno dell’occupazione, a partire da una diversa utilizzazione delle risorse finanziarie esistenti. Occorre sostenere la riforestazione di larghe fasce di territorio soggette al dissesto idrogeologico o in via di abbandono, qualificando il lavoro dei forestali con mezzi e competenze.
Occorre ricontrattare con la FCA (ex FIAT) il sostegno concesso dalla Regione, condizionandolo all’innovazione di prodotto (per es. la produzione di auto elettriche, prima che si esaurisca il ciclo produttivo attuale). E’ necessario programmare e finanziare un piano di messa in sicurezza e riconversione energetica degli immobili pubblici e privati. Dobbiamo sostenere compiti e funzioni degli enti locali, dissanguati da anni di tagli, per consentire la prestazione di servizi sul territorio, oggi spesso esistenti solo sulla carta; questo si può fare impiegando disoccupati e migranti, da retribuire con risorse aggiuntive al Reddito Minimo Garantito.
La Basilicata deve uscire dall’arretratezza e dall’ignominia nella gestione dei rifiuti, sanzionata di recente dalla UE per la presenza di numerose discariche irregolari sul territorio regionale. Bisogna smettere di inquinare e dare anche in questo caso risposte ai cittadini e non agli interessi di imprese senza scrupoli, con la pratica dei “rifiuti zero” (riduzione dei rifiuti, raccolta differenziata, riciclo).
Università, scuola, istruzione e formazione devono essere guidati dal principio dell’interesse sociale. Essi sono il cardine di una società che progredisce nella democrazia. La conoscenza va garantita a tutti, come prevede la Costituzione. Con i tagli si è proceduto alla formazione di forza lavoro dequalificata al servizio di un sistema economico che doveva reggersi sull’arretramento di reddito e diritti. La Basilicata, come del resto tutto il Mezzogiorno, ha formato, con grandi sacrifici delle famiglie, forza lavoro per il nord e per l’Europa. Facciamo formazione ed istruzione per realizzare conoscenza critica della gioventù e manteniamo la scuola, quello che è spesso l’unico presidio dello Stato nei territori. A testimonianza di questo bisogno, intervengono i presidi organizzati all’interno dell’Università che rappresentano un punto di partenza importante per quelle lotte che vedono nel Diritto allo Studio, nell’autodeterminazione delle coscienze e nella difesa della Pubblica Istruzione le proprie colonne portanti.
Le bonifiche ambientali dei territori, la salvaguardia del paesaggio, la conversione verso l’agricoltura biologica, sono condizioni essenziali per garantire sicurezza e sovranità alimentare, sviluppo del settore agroalimentare e del turismo. Servono a tal scopo programmi di sviluppo che rispondano alle reali esigenze del territorio e delle comunità locali, che vincolino i finanziamenti pubblici alla creazione di nuova occupazione e alla qualità delle produzioni.
In questi giorni abbiamo appreso che, dopo vent’anni di progettazioni e spesa pubblica, non si procederà più alla realizzazione dell’ospedale unico del Lagonegrese. Dopo aver accettato per anni tagli alla sanità il governo regionale si appresta ad una ulteriore drastica riduzione dei servizi sanitari e socio-assistenziali sul territorio, dove già oggi molti servizi sono presenti solo sulla carta. Apprezziamo il lavoro svolto dagli operatori sanitari in condizioni precarie ma non è con i tagli alla sanità che si rispetta il diritto alla salute previsto dalla Costituzione. In questo quadro pensare che possa esserci spazio per la sanità privata è demenziale o criminogeno.
La Basilicata ha ancora le energie umane, sociali e popolari per invertire la rotta. La Basilicata del novembre 2003 che vinse contro il deposito delle scorie nucleari, la Basilicata dei 21 giorni di lotta alla SATA di Melfi nella primavera 2004, quella che ai referendum abrogativi ha sostenuto il Sì all’acqua pubblica ed il NO alle trivelle, la Basilicata che il 4 dicembre scorso al Referendum costituzionale votò contro la riforma governativa della Costituzione, può farcela.
E’ ora di avviare con decisione sul territorio regionale il percorso per la costruzione di una alleanza popolare e di sinistra, per l’uguaglianza e l’attuazione della Costituzione, a partire dalle forze politiche e sociali che con coerenza in questi anni si sono battute per il diritto di tutti/e al lavoro ed al reddito dignitosi, contro il petrolio e l’eolico selvaggio, per l’acqua pubblica, la solidarietà ai migranti. Così come già si sta facendo in molte parti d’Italia, in seguito all’assemblea nazionale tenutasi il 18 giugno al Brancaccio di Roma. Con la prospettiva di ricostruire anche nel nostro paese una grande forza capace, insieme alle sinistre antiliberiste ed anticapitaliste europee che già governano o si candidano a governare in Grecia, Portogallo, Spagna, Francia, Inghilterra, di lottare per cambiare questa Europa. Per sconfiggere l’Europa degli iniqui trattati che hanno ceduto poteri alla grande impresa ed alla finanza e hanno provocato povertà, disoccupazione, xenofobia e razzismo.
Rifondazione Comunista è impegnata in questo percorso e per questo riorganizza la sua presenza in Basilicata, a partire da un gruppo dirigente articolato per territori e per competenze”.
Il Congresso ha confermato segretario regionale Nicola Sardone ed ha eletto una segreteria composta da Giovanni Filizzola, Vito Leone, Vincenzo Ritunnano, Giovanni Rivecca, Andrea Rossi e Giuseppe Vendegna.
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