Il 22/8 a Matera presentazione di “Pietre di confine”

Enrico Lamacchia presenta il libro, a cura di Isabella Marchetta, “Pietre di confine. Il castelvecchio di Matera e le limitrofe fortificazioni appulo lucane” di Altrimedia Edizioni per “Note, Gusto e Parole”, il cartellone estivo di Libri in terrazza nei Sassi di Matera

La locandina dell'incontro

“Note, Gusto e Parole”, il cartellone estivo Libri in terrazza tra musica e cocktail sulla terrazza di Casa Cava a partire dalle ore 20, venerdì 22 agosto con Enrico Lamacchia autore del volume “Pietre di confine. Il castelvecchio di Matera e le limitrofe fortificazioni appulo lucane”. L’iniziativa, che ha preso il via lo scorso 20 giugno e termina il 12 settembre è nata dalla collaborazione tra Altrimedia Edizioni e Residence San Pietro Barisano e intende sostenere la promozione della lettura e del libro e nel contempo occasioni di confronto che arricchiscano il parterre di offerte nell’ambito dell’intrattenimento culturale a beneficio di residenti e turisti.

Un pezzo di città antica fra i più importanti; eppure, meno conosciuti e indagati: la “Civita”, il Castelvecchio di Matera, luogo di stratificazioni storiche e architettoniche che trova tantissimi punti di contatto con il più ampio contesto appulo lucano.

Su questo presupposto si basa il volume Pietre di confine. Il Castelvecchio di Matera e le limitrofe fortificazioni appulo lucane (Altrimedia Edizioni) dell’architetto Enrico Lamacchia che sarà presentato nella prossima edizione di Libri in Terrazza, dal 7 al 13 settembre a Matera.

Pietre di confine si propone di indagare dal punto di vista architettonico l’area della Civita nota come Castelvecchio. È lì che si conforma il primigenio centro fortificato, alto e dominante. L’autore indirizza quanto bibliograficamente a disposizione, con le sue osservazioni autoptiche sulle murature residue, alla ricostruzione dell’aspetto del sito nelle sue fasi evolutive. Ne nasce un lavoro di grande interesse che fa il punto su quanto noto, rielaborandolo in tracce visive fondamentali per la comprensione del complesso percorso analitico: attraverso le immagini tridimensionali, specchio delle principali fasi evolutive, ci si addentra nella genesi altomedievale del Castelvecchio fino alla trasformazione postmedievale a uso civile.

“La maggior parte delle fonti considerate – spiega l’autore – sono postume all’oggetto in esame, ma comunque interessanti perché ce lo mostrano in via di trasformazione e maggiormente riconoscibile nelle sue caratteristiche, oggigiorno quasi del tutto scomparse. È stato poi effettuato il rilievo puntuale di quelle sparute tracce materiali ancora esistenti e riconducibili al complesso originale. Infine, grande importanza è stata data al confronto con casi simili ritenuti a vario titolo affini a quello in esame. Questo studio deve essere inteso come un tentativo, dal punto di vista di un architetto, di riordinare le conoscenze sull’argomento e fornire una chiave di lettura dei fenomeni urbani a Matera”.

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