“Se fino a ieri l’idea della Grande Lucania era un vezzo e il tema della revisione dei confini territoriali accademia, oggi è un’esigenza, se non vogliamo che, per il principio dei numeri, la Basilicata scompaia”. Lo dichiara in un comunicato Vincenzo Giuliano, rappresentante di Liberi e Forti Basilicata.
“In fondo – sostiene Giuliano facendo riferimento agli scarsi numeri demografici che caratterizzano la Basilicata – è lo stesso ragionamento, che qualche tempo fa, ha fatto la Fondazione Agnelli prevedendo l’accorpamento della Basilicata, alla Puglia e alla Campania, in quanto non è possibile assicurare servizi efficienti, efficaci ed economici, in una regione, al di sotto dello standard minimo (un milione) di abitanti. Come si fa a mantenere i servizi con le sole risorse del federalismo fiscale in una realtà come la nostra con un basso indice demografico, con una bassa redditività, con tanti disoccupati e con un territorio esteso e problematico? Non è un caso che si ricominci a parlare a livello governativo, dopo la soppressione delle provincie, ritenute inutili e dispendiose, di aggregazione d’ufficio per i comuni più piccoli”.
“Sulla Grande Lucania – sottolinea – se ne discute da anni, per merito di autorevoli personaggi, ma senza aver dato vita ad un atto conseguente per il potenziamento delle relazioni umane, sociali, sanitarie, culturali, politiche ed economiche con le zone ricadenti nell’area interessata a cominciare dai trasporti, dall’assistenza sanitaria – ospedaliera, dall’Università, dai tribunali, ecc.
L’idea dell’inutilità di un ente, se questo non è funzionale al cittadino, incomincia a serpeggiare anche da noi. Non è più il tempo di rinviare. Tagliamo, riduciamo, abbassiamo i costi della politica, allarghiamo i confini, partecipiamo anche agli altri i nostri servizi; insomma facciamo qualcosa perché la nostra autonomia possa continuare, altrimenti di questo passo non saranno gli altri a privarcela ma noi a richiederla”.