Si tratta di Stefano Santoro, che aderisce a missioni umanitarie in tutto il mondo
Stefano Santoro, 27 anni, è un giovane di Potenza che lavora in Iraq per il World Food Program (Wfp), il Programma alimentare mondiale, per conto dell'Onu. Una laurea in Scienze Internazionali e Diplomatiche e la scoperta di una vocazione per un lavoro che ama profondamente. Un lavoro, come spiega lui, che la sera ti fa sentire bene perchè hai fatto qualcosa di utile per qualcuno.
Gli studi presso la sede di Forlì dell'Università di Bologna, qualche stage a Bruxelles e a Roma promossi dall'Unione Europea, infine l'occasione di partecipare a una missione del World Food Program nel Mali dove si era creata l'ennesima emergenza profughi. Tra guerre fra clan, antico dramma dei tuareg, siccità nel Sahel. Il passo successivo è stato il suo invio in Iraq, con base a Erbil (capitale del Kurdistan, nel nord dell'Iraq), dove, sempre con il World Food Program, svolge la funzione di “program officer”: si occupa di pianificazione per la distribuzione del cibo, mantenimento dei rapporti con altre agenzie collegate all'Onu, coordinamento dell'assistenza alimentare con le organizzazioni non governative, negoziati con le autorità locali.
In Iraq, in seguito all'avanzata delle milizie fondamentaliste dell'Isis, si è determinata – com'è sotto gli occhi del mondo intero – una emergenza umanitaria per centinaia di migliaia di profughi. Sono in fuga dalle armate fondamentaliste intere comunità. Sono cristiani, sciiti, sunniti, yazidi. Accanto a tutte le emergenze immaginabili, dinanzi a massacri, persecuzioni, violenze ed esecuzioni sommarie, c'è da affrontare anche quella più specificamente alimentare. Queste persone, costrette a lasciare dalla sera alla mattina la loro casa e tutto ciò che possiedono, si trovano d'improvviso senza più nulla. Un tetto, un abito, un tozzo di pane. Stefano Santoro è stato lì e, dopo un rientro a casa per le feste, è in procinto di tornare nella sua trincea. Per compiere quotidianamente un lavoro che ama. Un lavoro che ti fa sentire bene, come dice lui, perché ogni pensi che hai fatto qualcosa utile per qualcuno.
(ValeSa)