“Per gli istituti del Ministero per i Beni e le attività culturali in Basilicata e per quanti operano per la promozione della cultura nelle sue mille sfaccettature, le Giornate Europee del Patrimonio – il 29 e 30 settembre – rappresentano un appuntamento ricco di iniziative che disegnano un quadro rinnovato delle peculiarità storiche, artistiche e paesaggistiche della nostra regione. Si tratta di un momento di condivisione e riappropriazione di un patrimonio diffuso e vastissimo, di cui vengono messi in primo piano alcuni aspetti particolari e suggestivi, per evidenziare la centralità di una regione ancora non inserita a pieno titolo nei circuiti culturali europei”.
E’ quanto si legge in una nota diffusa dal direttore regionale per i beni culturali e paesaggistici della Basilicata, Attilio Maurano che presenta il programma di eventi proposto nelle due giornate in Basilicata tra cui: l’inaugurazione del Castello di Monteserico, a Genzano di Lucania, a conclusione dell’intervento di restauro e valorizzazione, l’inaugurazione della Chiesa della Candelora, a Lagonegro, restituita al culto con il suo prezioso apparato decorativo, e la bella mostra fotografica, a Maratea, che racconta i paesaggi ispiratori della Divina Commedia. Numerosi itinerari si snodano attraverso testimoni d’eccezione che abbracciano il mondo documentario, figurativo, naturalistico, architettonico e archeologico: “le Cattedrali” di Venosa e la Cattedrale di Potenza, Campomaggiore – città dell’utopia e le Dolomiti lucane, le cascate, gli acquedotti e i mulini ad acqua sul territorio, dipinti e sculture di chiese lucane, testimonianze della cultura etnoantropologica, squarci di villaggi preistorici, di antichi santuari e impianti termali, le masserie e le antiche evidenze di Lavello, Grassano e i luoghi di Carlo Levi, le collezioni di arte contemporanea del Musma a Matera, edizioni di pregio della Bibbia, i carteggi sull’attuazione della “legge Zanardelli” per la Basilicata, un secolo di storia letteraria nelle edizioni della casa editrice Gallimard e – conclude – tanto altro ancora”.
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