Giornata diritti infanzia, Giuliano: non sterile celebrazione

L’appello che il Garante dell’infanzia e dell’adolescenza pone parte “non da una lamentazione disperata ma dalla chiara consapevolezza che in Basilicata esistono tutte le condizioni per raggiungere obiettivi ottimali in tutti i campi”

“La ricorrenza annuale nella quale si celebra la 'Giornata internazionale per i diritti dell'Infanzia e dell'adolescenza', richiama anche noi, nella nostra regione, ad unire le nostre voci all’immenso concerto che si eleva su tutta la terra per ricordare, confermare e celebrare i diritti soggettivi, personali, individuali e collettivi, che sono stati riconosciuti alle bambine, ai bambini e agli adolescenti di tutto il mondo”. Così il Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della regione Basilicata, Vincenzo Giuliano in occasione della giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza che si celebra oggi, sottolineando che “Perchè questa ricorrenza annuale non si riduca a sterile celebrazione o a inconcludente memoriale, è per noi necessario rivolgere l'attenzione, necessariamente  in estrema sintesi, su un ampio orizzonte spazio-temporale, e volgendo lo sguardo al passato, ripercorrere l'attività sociale e politica che è stata svolta negli anni trascorsi, e guardando il presente, valutare la condizione attuale in fatto di tutela, protezione e promozione dei minori, nei suoi punti di forza come anche nelle sue mancanze, carenze, inadeguatezze. Nel valutare la particolare tipicità delle politiche a favore dei minori, è opportuno evidenziare che la tutela dell'infanzia e dell'adolescenza non è da considerare come semplice interesse dello Stato, al pari di tante altre politiche di sostegno e di assistenza messi in atto dall'ordinamento pubblico, ma trattasi di diritti soggettivi, individuali e collettivi, sanciti dalle Convenzioni internazionali e dalle legislazioni europea e nazionale, per cui ogni carenza, ogni inadempimento, si configura non come un semplice disguido o formale errore amministrativo, soggetto peraltro alle diverse opzioni politiche, ma come lesione, se non anche quale esplicita negazione, di diritti soggettivi”.

 

“Ed è in questa particolare condizione personale transitoria, la minore età, che – precisa Giuliano – si individuano specifici bisogni da tutelare, diritti da realizzare e altrettanti doveri da adempiere da parte degli adulti e, in primis, delle istituzioni pubbliche. Ed in quella stessa condizione di minorità, che richiama fattori di fragilità, di dipendenza, di più urgenti bisogni, risiede anche la grande valenza che essa fa emergere in capo ai minori: parte fondante della vita di ogni essere umano, componente decisiva della comunità civile, fattore di importanza centrale nell'assetto e nello sviluppo dell'economia. La particolarità inoltre di tali diritti è che essi sono riconducibili a quattro aree tipologiche di attività socio-economiche e di altrettanti settori di servizio: diritti all'esistenza e alla salvaguardia della vita, diritti all'assistenza sociale e sanitaria, diritti all'educazione, all'istruzione e alla formazione, diritti all'orientamento al lavoro per gli adolescenti giunti alla soglia dell'età adulta. Volgendo lo sguardo indietro, non possiamo misconoscere la tanta strada che è stata percorsa negli anni trascorsi e, parimenti, vanno riconosciuti i risultati, spesso notevoli, che sono stati conseguiti nella nostra regione nell'ordinamento legislativo ed amministrativo, nonché nell'organizzazione dei servizi e delle strutture pubbliche rivolti ai minori. Più evidenti sono i risultati ottenuti nella attività scolastica, nella tutela della salute e nella salvaguardia della sicurezza dei minori. In questi due anni di Coronavirus, sono stati affrontati nella scuola lucana problemi inediti e, al di là delle difficoltà costituite dal confronto tra scuola aperta e scuola chiusa e tra scuola in presenza e Dad, il risultato complessivo, quanto a rispetto dei diritti all'educazione, all'istruzione e alla formazione, è stato pienamente soddisfacente. E tutto ciò è da riconoscere a merito di tutti: dirigenti, docenti, personale, e anche a merito delle famiglie e degli studenti, grazie alla loro sensibilità e al loro impegno. Ma deve anche essere riconosciuto che molta strada rimane da percorrere in Basilicata verso il traguardo fissato dagli ordinamenti nella ‘piena attuazione dei diritti dei minori’ e che ancora gravi carenze si riscontrano nell'organizzazione e nella fruizione dei servizi rivolti ai ragazzi e agli adolescenti. La carenza più grave la si riscontra nei servizi rivolti alle fasce d'età da zero a tre anni e da quattro a sei anni. In una regione come la Basilicata, contrassegnata da cotanta ricchezza e bellezza e da così scarsa popolazione, è inaccettabile e inspiegabile che i bambini che frequentano gli asili nido non superino la percentuale dell'otto per cento. Assolutamente incredibile è la notizia secondo cui, in un comune nel quale l'asilo nido pubblico, che esiste e funzionava, sia stato chiuso per mancanza di personale; quel comune ha denegato un proprio dovere costitutivo. Altre carenze sono state rilevate nei servizi sanitari rivolti alla tutela della salute dei minori, specie quelli portatori di disabilità o affetti da patologie gravi e/o rare. Da rilevare con incredulità la notizia secondo la quale un’amministrazione del sistema sanitario regionale, imputata di inadempimento a sostenere finanziariamente le spese di cura del minore sottoposto a gravi cure, persista ancora ottusamente nel suo inadempimento pur in presenza di una sentenza di condanna ad adempiere, pronunciata da un Tribunale. É lecito chiedersi: trattasi di dolo grave o di negazione della 'pietas' umana? Un tema di grande importanza sociale, che è stato affrontato in Consiglio regionale, ha riguardato il cosiddetto ‘Dopo di noi’, cioè le misure pubbliche da predisporre a favore dei minori con disabilità gravi, in previsione dei tempi nei quali i parenti non ci saranno più. Un tema rimasto purtroppo per via, in mancanza di quello scatto di coraggio e di sensibilità che avrebbe portato la Basilicata a livelli di esemplarietà. Motivo di grande preoccupazione è la povertà educativa, che, secondo i dati ufficiali, negli ultimi anni ha mostrato andamenti crescenti nelle fasce di età adolescenziali; povertà educativa che si esprime anche con la crescita dei fenomeni come l'alcolismo, l'abbandono scolastico, il bullismo”.

 

“Ma questo mio appello – evidenzia Giuliano – non vuole essere una lamentazione disperata; esso nasce invece dalla chiara consapevolezza che in Basilicata esistono tutte le condizioni per raggiungere obiettivi ottimali in tutti i campi: esistono istituzioni pubbliche di grande livello; è cresciuta una rete di operatori sociali di grande sensibilità e con ormai consolidate esperienze professionali; è in funzione sul territorio regionale un diffuso sistema di servizi sociali. Qui, in Basilicata, l'obiettivo posto dalle Convenzioni internazionali e dagli ordinamenti legislativi nella ‘piena attuazione dei diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza’ è realmente raggiungibile; ma esso sarà perseguibile e raggiungibile ad una sola condizione: che tutte le risorse umane e materiali della regione facciano sistema; un  sistema organizzato ed ispirato ai principi costituzionali della sussidiarietà, della corresponsabilità, della leale collaborazione, ponendo a fondamento impegno, dedizione e chiara visione. Nel rivolgere il presente appello ai componenti del Governo regionale, ai rappresentanti delle amministrazioni locali, ai responsabili dei servizi ministeriali, alle famiglie di ragazzi e adolescenti di minore età e alle parti sociali impegnate nei servizi sociali, esprimo il convincimento e l'augurio che possiamo ripartire per il futuro che ho cercato di delineare, porgendo a voi tutti un messaggio. Il messaggio consiste nel possiamo e dobbiamo tutti ripartire animando e rivitalizzando una diffusa partecipazione che sorga dal basso; che parta dai Comuni, dalle istituzioni locali, dal sistema scolastico, dalle famiglie, dagli operatori sociali e che si organizzi intorno a un progetto comune: quello di un nuovo Patto Educativo Locale. Un Patto Educativo che ritrovi nella storia e nelle tradizioni locali, nelle risorse e delle potenzialità dei territori, negli ideali dell'ecologia integrale, nuovi interessi educativi e prospettive di vita capaci di coniugare scienza ed esperienza. Il futuro dei nostri ragazzi, delle nostre ragazze e degli adolescenti potrà ancora animarsi di speranza e di energie positive. Il mio personale invito: tentiamo. Organizziamoci. Impegniamoci. Avremo quest'anno celebrato degnamente la 'Giornata internazionale per i diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza' e avremo adempiuto a una nostra precisa missione e al dovere che le generazioni degli adulti sono chiamate a garantire nella continuità generazionale”.

 

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