Come forma di protesta contro “gli alti costi delle commissioni imposte dal sistema bancario sui pagamenti elettronici” i gestori degli impianti di distribuzione carburanti aderenti a Figisc/Anisa-Confcommercio, Faib-Confesecenti, Fegica-Cisl annunciano in una nota che “da oggi non accetteranno alcuna carta di credito né bancomat”, e sottolineano che “nella terra che produce petrolio i costi alla pompa sono troppo alti e i margini di guadagno dei gestori troppo bassi”.
“I costo delle commissioni imposte dal sistema bancario – è scritto nel comunicato – è talmente alto da assorbire l’intero margine di gestione e da costringere di fatto gli operatori a scaricarne gli oneri direttamente sul prezzo al pubblico dei carburanti. Questo il risultato dei provvedimenti emanati dal governo che hanno finito per penalizzare, ancora una volta, piccole imprese, lavoratori e consumatori ad esclusivo vantaggio delle banche e dei consorzi interbancari che gestiscono sostanzialmente in regime di oligopolio l’emissione e l’utilizzo delle carte di credito e del pagobancomat”.
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