Fp Cgil: definire il futuro del Don Uva e dei lavoratori

Roberta Laurino, segretario generale Fp Cgil di Potenza, interviene sul Don Uva.
"Come Fp Cgil – afferma –  diciamo basta con lo scaricare sui lavoratori i costi del riequilibrio finanziario.
Nell’incontro che si è tenuto ieri a Roma presso il Ministero dello Sviluppo Economico, il Commissario della Casa Divina Provvidenza “Opera Don Uva” ha sostenuto che, al fine di riportare la gestione dell’ente in equilibrio e renderlo appetibile ai futuri acquirenti, sarà necessario intervenire ancora una volta sui lavoratori scaricando su di essi la eventuale perdita di altri posti di lavoro e, in ogni caso, il peso  di altre politiche di tagli che incidono sul costo del lavoro, arrivando addirittura ad ipotizzare, tra le misure più gravi ma non sono le sole, il mancato indennizzo dei giorni di malattia e il passaggio ad un contratto collettivo nazionale di lavoro peggiorativo rispetto a quello attualmente in essere; questo tanto per dare il “ben servito” ai tanti lavoratori che in tutti questi anni hanno sopportato con sacrificio i disagi e i costi di un collasso finanziario dovuto ad una gestione scellerata delle risorse pubbliche con cui l’Opera Don Uva ha vissuto in tutti questi anni.
Infatti, il Commissario ha rappresentato – sottolinea – che allo stato attuale ci sarebbero, complessivamente per le tre strutture circa 400 esuberi che potrebbero ridursi a circa 100 unità (10 per la sede di Potenza, 40 per la struttura di Foggi e 50 per quella di Bisceglie) solo a seguito di percorsi di riqualificazione del personale e la mancata proroga di una parte del personale attualmente in servizio a tempo determinato. Al netto dei necessari percorsi di riqualificazione e la leggerezza con cui si pensa di mettere “al bando” i lavoratori più deboli di altri,  il dato che emerge è che ancora si continua a parlare di esuberi intesi unicamente quale strumento per far pareggiare i conti. E, come se non bastasse, dopo che i lavoratori hanno lavorato per un anno in contratto di solidarietà senza aver ancora ricevuto le spettanze relative alla restante quota del 50%, nella riunione di ieri, le Organizzazioni Sindacali sono state informate che  è intenzione del Commissario attivare presso il Ministero del Lavoro la procedura della cassa integrazione in deroga per le 100 unità, già considerate evidentemente in esubero certo, al fine di  recuperare altre risorse; oltre alla “beffa” per i servizi per l'assenza di questi lavoratori, si aggiungerà “il danno” di riconoscergli solo l’80% della retribuzione.
Come Fp Cgil abbiamo ribadito che non ci stiamo ad assistere all’ennesimo conto presentato ai lavoratori che non possono e non devono pagare nessun altro dazio, né in termini di perdita di posti di lavoro, né attraverso il peggioramento delle condizioni di lavoro e della perdita dei diritti, né tantomeno dell’abbassamento dei livelli retributivi. Come CGIL da sempre abbiamo sostenuto che al Don Uva di Potenza non ci fossero esuberi, eppure si continua a voler percorrere questa strada noncuranti del destino di questi lavoratori e delle ripercussioni sui  livelli di assistenza già oggi fortemente a rischio se consideriamo che, con le fuoriuscite che si sono cumulate per effetto dei pensionamenti e delle mobilità volontarie (circa sessanta unità in due anni), il personale attualmente in servizio sopporta e vive condizioni e carichi di lavoro ai limiti del possibile.
Considerata la gravità delle soluzioni rappresentate ieri dal Commissario della Casa Divina Provvidenza, chiediamo l'intervento immediato del Presidente della Regione Pittella rispetto agli impegni da sempre assunti dalla Regione Basilicata in merito al mantenimento dei livelli occupazionali, dei diritti e dei livelli retributivi dei lavoratori. Chiediamo, inoltre, che venga convocato con ogni urgenza un tavolo regionale con il coinvolgimento del Commissario della CDP Cozzoli e le Organizzazioni Sindacali per trovare ogni soluzione necessaria ed evitare questo ennesimo scempio, nonché  per affrontare l'imminente tema della cessione del ramo d’azienda sia rispetto alle garanzie a tutela dei lavoratori, sia rispetto a quanto già legiferato in materia dalla Regione Basilicata.
Vogliamo ricordare alla Regione Basilicata che con Legge Regionale n. 18 dell’8 agosto 2013 il Consiglio Regionale ha stabilito che, al fine di garantire i livelli assistenziali ed occupazionali assicurati presso la struttura sanitaria Don Uva di Potenza dalla Congregazione Ancelle della Divina Provvidenza, la Giunta regionale può disporre che l’Azienda Sanitaria di Potenza provveda alla gestione della predetta struttura mediante fitto del ramo d’azienda. E ancora, sempre nella L.R. n. 18/2013, il Consiglio ha deciso che,  in alternativa, la Giunta regionale può disporre che le Aziende Sanitarie regionali eroghino i servizi in questione in proprie strutture, anche attraverso forme di sperimentazione gestionale.
Crediamo che sia giunto il tempo di definire, una volta per tutte, il futuro del Don Uva di Potenza e dei suoi lavoratori. La Regione adesso faccia la sua parte".

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