Il presidente del Consiglio regionale che domani, in Prefettura a Potenza, parteciperà alla cerimonia di consegna delle medaglie d’onore ad alcuni lucani internati nei campi di concentramento, sottolinea l’iniziativa della Provincia di Matera
“Al di fuori di ogni retorica e della stanca ritualità che spesso accompagna le celebrazioni, la Giornata della memoria in ricordo delle vittime dell’olocausto deve essere ancora una volta motivo di riflessione e di approfondimento per la nostra comunità e soprattutto per i giovani, i quali hanno il dovere di lottare per un mondo che, facendo tesoro delle terribili esperienze del passato, riesca a bandire ogni forma di violenza e di sopraffazione”. Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Vincenzo Folino, che domani in Prefettura a Potenza parteciperà alla cerimonia di consegna delle “medaglie d’onore” ad alcuni lucani deportati nei campi di concentramento nazisti durante la seconda guerra mondiale.
“Il dibattito che si è sviluppato in questi giorni sulla grande stampa nazionale – afferma Folino – ci impone di andare oltre il pur giusto monito a non ripetere simili tragedie, che è il principale significato della giornata della memoria, per tentare di far nascere, proprio mentre siamo chiamati a celebrare i 150 dell’Unità d’Italia, una cultura del ricordo che rafforzi l’identità e i valori della comunità regionale. Le istituzioni, a partire dal Consiglio regionale, le scuole (che sono gli unici luoghi dove il tema della Shoah viene a volte trattato) e le associazioni culturali hanno il dovere di lottare contro l’indifferenza, di raccogliere i ricordi dei protagonisti di quella tragedia, di promuovere la conoscenza e lo studio di una delle pagine più tristi della storia del novecento. E’ in questo modo che si rafforzano i valori del vivere civile, della solidarietà, del rispetto dell’altro”.
Folino esprime infine il proprio apprezzamento “per l’iniziativa annunciata dalla Provincia di Matera, che domani intitolerà la propria aula consiliare alle vittime del genocidio nazista, dimostrando che a volte anche un gesto simbolico può aiutarci a non dimenticare”.