“E’ necessario evitare che su una vicenda così delicata per le implicazioni sulla salute dei cittadini e sul territorio si assumano atteggiamenti irresponsabili proprio nella direzione politica opposta a quella a cui richiama – tutti noi del centrosinistra – il presidente De Filippo, alimentando campagne di informazione-comunicazione che non tengono conto del lavoro della Regione e nello specifico del Dipartimento Ambiente”. E’ quanto sostiene il vice coordinatore regionale dell’Udc della Basilicata Antonio Flovilla aggiungendo che “Enrico Mazzeo Cicchetti, autorevole esponente di IdV, nell’affrontare la questione farebbe bene a tenere in debita considerazione innanzitutto che i dati in possesso degli uffici del Dipartimento Ambiente della Regione sono quelli ufficiali e che il titolare di azioni specifiche di interventi e politiche ambientali è il suo collega di partito Massimo Macchia, assessore all’Ambiente e vice presidente della Provincia, con responsabilità dirette nell’iter tecnico-amministrativo. E’ il caso di ricordare al distratto Mazzeo Cicchetti che l’impianto Fenice – aggiunge Flovilla – è autorizzato all’esercizio con provvedimento di settore rilasciato dalla Provincia di Potenza il 19.10.2005, rinnovato nell’efficacia il 14.10.2010 con l’arrivo in Provincia dell’assessore Macchia. Quanto alle preoccupazioni di contaminazione e di inquinamento, prima di esprimere giudizi così radicali come quelle venuti in questi giorni dall’esponente di IdV, lo invitiamo ad una maggiore cautela in attesa dell’intervento di bonifica previsto dal Piano di caratterizzazione di Fenice Edf, attualmente in fase di progettazione. Per questo ha fatto bene il Dipartimento Ambiente ad allertare i suoi uffici e l’Arpab per tenere sotto stretta osservazione e controllo la situazione relativa alla falda e al territorio, ampliando il sistema di monitoraggio attraverso il finanziamento di uno specifico studio e valutazione delle emissioni e dei livelli di ricaduta dell’impianto. Sebbene il procedimento di bonifica del sito non è ultimato risulta chiaro che l’azione sinergica Regione-Provincia-Arpab ha sinora assicurato la migliore salvaguardia degli interessi ambientali, di tutela della salute dei cittadini e degli operatori economici della zona. Sarebbe sufficiente tutto ciò a censurare l’atteggiamento di chi, invece di contribuire al ripristino delle condizioni ambientali del sito e a restituire serenità alle popolazioni locali, si ostina a considerare la Regione, e con essa il Dipartimento Ambiente, l’emblema di ogni negatività in fatto di tutela ambientale, magari cavalcando proteste emotive solo per la ricerca di consensi elettorali”.
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