Flovilla (Udc): autonomia regionale non e’ difesa di ufficio

“L’attacco che periodicamente e da schieramenti differenti si muove all’autonomia regionale della nostra comunità, ieri con l’on. Fioroni del Pd ed oggi con l’on. Osvaldo Napoli del Pdl, deve sollecitare un’iniziativa forte dell’intera classe dirigente e politica della Basilicata che non può limitarsi ad una difesa di ufficio”. A sostenerlo è il vice coordinatore regionale dell’Udc Antonio Flovilla.
“Come area politica del Terzo Polo penso che più che rincorrere la società civile, alla quale è invece necessario riconoscere piena autonomia e piena libertà di espressione, sia questo uno dei terreni sui quali dimostrare la qualità della nostra proposta progettuale.
Va innanzitutto rigettata la tesi che sopprimere le piccole Regioni, tra le quali la Basilicata, come si è già pensato di fare per i piccoli comuni, è una manovra ragionieristica che risponde come unica finalità al risparmio sui costi della politica. Non è così perché – dice Flovilla – si ridurrebbero la democrazia e con essa diritti e servizi dei cittadini. Altra cosa è la riduzione delle spese del funzionamento dell’istituzione regionale, delle autonomie locali, dell’apparato burocratico e della politica che è un’operazione da accelerare anche in Basilicata, a partire dalla macchina burocratica sempre più asfissiante per cittadini ed imprese”.
Secondo il dirigente regionale dell’Udc “lo scenario che si profila in Europa con la proposta della Commissione Europea di nuova regolamentazione per i Fondi strutturali 2014-2020, ispirata dall’asse franco-tedesco, che colpirebbe soprattutto le Regioni del Sud impone uno scatto di reni alle classi dirigenti meridionali e della nostra regione sfuggendo al tentativo di Bruxelles di divisione tra Regioni che entreranno a far parte del cosiddetta categoria “in transizione” (come la nostra) rispetto a quelle della categoria “meno sviluppate”. E’ sicuramente più utile occuparsi di questo rispetto a teoriche disquisizioni sulla società civile per riaffermare il ruolo di classe politica e dirigente che, senza inutili gerarchie di fila, affronta con responsabilità i problemi veri della gente”.

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