“La proposta di Fli nasce dalla convinzione che la gran parte dei cittadini avverte il dovere civile e politico di reagire alla crisi da cui é attanagliato il Paese e sia in cerca di riferimenti e di rappresentanza per questo desiderio. La proposta di Fli in Basilicata è rivolta, in antitesi alla sinistra, ad offrire una terza e concreta via di governabilità tanto più che quella sinora proposta dal Pdl, rinchiusa in un recinto troppo stretto e con una strategia poco chiara, non ha trovato consensi adeguati risultando irreale. Siamo dunque per un centrodestra radicalmente alternativo a quello attuale”. A sostenerlo è il coordinatore regionale di Fli della Basilicata sen. Egidio Digilio che a Milano guida la delegazione composta da una settantina di dirigenti ed iscritti.
“Non è stato facile – aggiunge Digilio – decidere di dar vita a un nuovo soggetto politico ma non si poteva vanificare un patrimonio di valori, storie e impegni di più generazioni lasciandolo nelle mani di chi ha dimostrato di non considerarlo una risorsa, ma solo un ostacolo. E nel contempo, non potevamo sottrarci al dovere di offrire una prospettiva e quindi un futuro a quanti non si rassegnano a un’Italia divisa e lacerata, piegata e rancorosa, che emerge dalle analisi e dalle stesse cronache. Un’Italia a cui la politica non sa offrire risposte convincenti per l’oggi né un progetto per il domani”. Secondo Digilio “oc corre uscire dal tunnel del “non possiamo perché c’è la crisi” per affermare esattamente il contrario, “noi dobbiamo perché c’è la crisi”. Una crisi strutturale, sistemica, anche globale, alla quale bisogna dare risposta con un progetto riformatore e modernizzatore che coinvolga le migliori energie, morali e professionali, per dare opportunità a tutti, premiare i migliori, aiutare chi è rimasto indietro. Al Sud – continua – non servono più risorse, ma una gestione più accurata e soprattutto mirata delle risorse esistenti sulle infrastrutture materiali e immateriali che creano le condizioni dello sviluppo. Non una politica degli aiuti, che crea dipendenza, assuefazione, clientele, ma una politica della responsabilità che si fondi sull’assioma secondo cui non c’è sviluppo senza legalità, e non c’è legalità senza sviluppo”.
bas 03