A regime (nel 2015) l’attuazione del federalismo fiscale potrebbe comportare per i contribuenti di Potenza e di Matera, sino a 30mila euro l’anno di reddito, aumenti medi di 630 euro rispetto al 2010 per le sole Addizionali Irpef regionali e comunali (il 120% in più rispetto al 2010), che equivalgono ad un esborso di 1.140 euro l’anno pro capite.
E’ quanto calcola la Uil, Servizio Politiche Territoriali, a seguito di una simulazione, conteggiando annualmente, da qui al 2015, anno questo in cui il federalismo fiscale andrà a regime, i possibili aumenti delle Addizionali Irpef sulle 21 Città capoluogo di Regione (da noi in Basilicata, la situazione per i due capoluoghi è identica) contenuti nei Decreti attuativi del federalismo fiscale.
L’allarme lanciato dalla Cgia Mestre che ha rielaborato l’addizionale municipale a Potenza e a Matera con il massimo dello 0,8 per cento da noi – spiega il segretari generale regionale Carmine Vaccaro – è già una realtà perché le due Amministrazioni Comunali applicano già lo 0,8 per cento. Per questo abbiamo chiesto al nostro Ufficio nazionale Servizio Politiche Territoriali di fare una proiezione più lunga nel tempo. Il risultato – riferisce – è che, confermando l’Addizionale Comunale ferma allo 0,8 per cento, a partire dal 2013 salirebbe quella Regionale dalle attuali 270 euro a 420 euro (in totale 660 euro), al 2014 sino a 600 euro (in totale con l’Addizionale Comunale ferma a 240 euro fanno 840 euro) e al 2015 a 900 euro toccando la cifra record di 1.140 euro, dunque 630 euro in più di adesso (2010).
Ciò in presenza soltanto dell’autonomia impositiva degli Enti Territoriali, ma il SALASSO potrebbe essere maggiore, soprattutto per i lavoratori dipendenti e pensionati, se nelle previste compartecipazioni al gettito dell’Irpef nazionale di Regioni e Comuni non si tiene conto delle attuali regole delle detrazioni e deduzioni per la produzione del reddito. Ci sono ancora due fattori imprevedibili che non promettono nulla di buono: con la manovra di Ferragosto viene anticipata dal 2013 al 2012 la possibilità per le Regioni di modificare l'aliquota di base dell'addizionale regionale Irpef (sono rimodulate le misure degli incrementi alle aliquote di base che possono essere decise dalle Regioni); la cessazione, dal 2012, della sospensione del potere, in capo ai Comuni, di deliberare aumenti dell'aliquota dell'addizionale comunale all'Irpef (i Comuni potranno stabilire aliquote differenziate dell'addizionale solo in relazione agli scaglioni di reddito corrispondenti a quelli stabiliti da legge statale). Motivi più che sufficienti – conclude Vaccaro – per rilanciare la vertenza “fisco equo” e contrastare la manovra finanziaria del Governo che ha trasformato Regioni e Comuni in “odiosi” esattori delle tasse.
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