Il presidente dei Pu: “Più sostegni ai progetti sociali, ripristino del Copes, affrontare senza promesse le crisi drammatiche di Don Uva, ex Daramic, Consorzi di Bonifica, reindustrializzazione ad Atella”
“Una Finanziaria regionale asciutta e sobria come quella di quest'anno, non ci impone di tacere ed evidenziare almeno un paio di questioni che come Popolari uniti, riteniamo debbano essere al centro del confronto politico istituzionale dei prossimi mesi”. E’ quanto affermato dal presidente del gruppo Popolari Uniti in Consiglio regionale durante il dibattito in Aula sottolineando che “il primo attiene alla qualità degli interventi possibili in un difficile quadro economico e sociale come è quello lucano, il secondo alla sostanza dei rapporti tra le componenti politiche oggetto in queste ultime settimane di trasformazioni cruente e si troppo prevedibili”.
“Nel primo caso – dice Scaglione – la sobrietà degli interventi finanziari così come illustrati dal Presidente, richiamano direttamente all'assenza di una vera e propria programmazione degli interventi finanziari di emergenza che tengano testa alle sofferenze dei cittadini. I ritardi che registriamo nella risoluzione di alcune crisi industriali, a partire dalla ex Daramic per arrivare alle questioni scottanti come quelle della Ecosunpower di Atella ed al generalizzato contesto di reindustrializzazione che nonostante i finanziamenti regionali non partono; le promesse ancora non mantenute nel caso drammatico e disperato del Don Uva di Potenza, il grido di dolore dei Consorzi di Bonifica con i loro dipendenti ridotti allo stremo, trovano lo specchio di una politica che appare distratta e disattenta ai bisogni sociali di questa nostra amata Basilicata. E qui, non posso non evidenziare, vedremo bene gli impegni che assumerà, come la mancata finalizzazione degli interventi per il progetto Copes al netto della ripulitura delle spese di gestione ed organizzazione che sono assurde e scandalose per certi versi, rischia di provocare una nuova implosione sociale a danno dei più deboli. Ora, dicevano taluni analisti, lo spirito di solidarietà riconosce a tutte le persone la stessa dignità. La dignità presuppone l'aiuto ai più deboli e in particolar modo ai giovani in cerca di lavoro, fisso o mobile che sia, attraverso il riconoscimento dei propri diritti, che protegge la libertà di chi le riceve nell'ambito di un territorio governato dalla politica e non solo attraverso i rapporti personali, che spesso implicano la subordinazione al più forte”.
“E questa –ha ribadito il consigliere rivolgendosi al Presidente De Filippo – è la risposta agli obiettivi strategici che lei ha dettato immaginando nuove opportunità occupazionali, qualunque esse siano, ma almeno con regole certe e serie che riconoscano i diritti ed i meriti. Non c'è piano di competitività che tenga se l'io comunque organizzato, dimentica il noi. Rilevavo già lo scorso anno che, negli ultimi trent'anni le politiche del lavoro hanno quasi fatto passare il concetto di perseguimento dell'interesse personale sia in forma associata tramite i sindacati per esempio o alcune associazioni datoriali finanziandolo con un crescente ricorso al debito pubblico, sia in forma privata, come rilevano altri analisti in alcuni studi, nell'impresa e nella famiglia, attingendo sempre più alle banche, le quali trovano tuttavia nello Stato e, a sentire lei, anche negli interventi regionali, e dunque ancora nel debito pubblico, il loro estremo garante. Quel debito pubblico di cui ci lamentiamo e consideriamo drammatico. Ma come dimenticare che tale eccesso si è determinato per salvare l'industria finanziaria che troppo aveva prestato e quasi a strozzo, a famiglie ed imprese?
Aggiungevo che si trattava di capire cioè se dato il quadro economico che a livello nazionale si prospettava, in sede di Finanziaria regionale poneva i termini veri delle iniziative volte a favorire una maggiore occupazione dei giovani andando oltre i benefit e le assunzioni part-time messe ancora in campo dai dipartimenti; se nel sistema industriale si lasciava maggiore libertà di azione e minori vincoli alle imprese locali che forse qualche dovere in più ce l’hanno rispetto al diritto di chiedere ed ottenere i giusti sostegni alle iniziative, come pure necessario accelerare le procedure attuative dei nuovi sistemi di produzione energetica; e poi comprendere meglio di cosa si occupa il dipartimento infrastrutture che oltre gli annunci e le autocertificazioni in materia di protezione civile, segna il passo nella messa in campo di un nuovo sistema di mobilità e trasporti regionale che, in maniera alquanto anacronistica, si ripropone di trasferire su gomma in alternativa alla precarietà del sistema ferroviario; verificare se nel sistema agricolo alcune cointeressenze siano state smantellate proprio in relazione all’annunciato sblocco dei fondi Psr che potrebbe innescare un nuovo corto circuito e contestualmente comprendere se quel dipartimento ha il coraggio e la forza e la capacità, di innovare e rinnovare il sistema agricolo o se sia solo una finzione scenica; ed ancora se nel settore dell’ambiente davvero tutto va bene come le relazioni ufficiali dicono senza riuscire a convincere i cittadini lucani. Quello che le vicende drammatiche della crisi ci insegnano è l'importanza di una buona analisi, di buone regole, della loro efficace applicazione, perchè l'esercizio della libertà nell'agire economico, insostituibile motore di benessere, sia pieno e fruttuoso. In sintesi l'importanza dell'esercizio della ragione. Che diviene enormemente scomoda ed impopolare quando soffiano venti di bufera e si cercano rifugi da abitare e colpevoli da additare.
L'arrivo del fiscal compact nel prossimo anno non va sottovalutato. E qui manca una buona analisi come quelle che facevano una volta i centri studi economici o fatte da un Dipartimento Programmazione che è stranamente scomparso dalla sua agenda. Anche se ne capiamo le ragioni”.
“Seconda questione – ha proseguito Scaglione – la complessità del momento e le difficoltà di tenuta nei rapporti con i cittadini da parte della classe politica, impongono una seria riflessione sul piano programmatico, sullo stato di attuazione delle scelte del Governo regionale, sulla capacità di sintesi delle forze politiche che hanno condiviso e sostenuto il Centro-sinistra alle ultime elezioni. Per questo credo lei debba ammettere che questa è l'ultima finanziaria regionale degli attuali assessori regionali ed in particolare di quelli esterni al Consiglio, al netto del valore prodotto con la loro azione. Intanto perché sobrietà e risparmio economico non è che può interessare solo i consiglieri e poi perché anacronisticamente, la giunta attuale non credo, e lo vedremo ancor più nelle prossime settimane, risponda al quadro ed all'assetto politico attuale. Penso alla politica alta e non a quella delle dinamiche numeriche a volte costruite ad arte nel Consiglio è ovvio, e penso a come in relazione ad una rappresentazione sempre più diversa della nostra società non si spieghino più alcune presenze in rappresentanza di forze politiche inesistenti o che hanno varcato il confine della opposizione proprio alle politiche messe in campo da questo Centro-trattino-Sinistra in Italia ed in Basilicata. Se volete una mano a fare chiarezza – ha concluso Scaglione – noi Popolari siamo pronti come lo saremo nel sostegno leale e coerente nelle prossime competizioni elettorali”.