“In relazione alla vertenza dei lavoratori della De Vivo, azienda storica del tessuto industriale del potentino, siamo al terzo giorno di sciopero e di assemblea permanente a causa del mancato pagamento di 16 mensilità pregresse e delle mensilità che ogni mese maturano per i suoi 60 dipendenti”.
E’ quanto si legge in una nota dei sindacati Fim, Fiom e Uilm.
“Il “silenzio assordante” di questi tre giorni di tutti gli attori della vicenda è rotto dal grido dei lavoratori che ogni giorno – continua la nota – esprimono il proprio malessere che ovviamente, e purtroppo, può essere compreso solo da chi vive sulla propria pelle il disagio di tornare a casa e sentirsi inutile; e ciò contrasta con quello che i lavoratori della De Vivo hanno sempre compiuto in questi anni, svolgendo quotidianamente con diligenza e responsabilità il proprio dovere.
Il grido dei lavoratori è un grido inascoltato da parte della direzione aziendale che invece di assumersi le proprie responsabilità, ovvero pagare i propri lavoratori, continua con atteggiamenti sprezzanti ad eludere le risposte che da tempo le organizzazioni sindacali di Fim, Fiom e Uilm hanno richiesto.
Quando all’interno di una azienda cala il silenzio, il silenzio di un martello, il silenzio di un trapano, il silenzio che quotidianamente veniva rotto da quelli che sono gli effetti del lavoro, ciò rappresenta necessariamente il fallimento, anzi un fallimento le cui responsabilità sono in capo ad una direzione aziendale che – aggiungono i sindacati – in questi anni piuttosto che risolvere i problemi dei lavoratori ha di fatto cercato di salvaguardare solo la propria immagine”.
“Oggi quella finta immagine – concludono – ha messo in ginocchio 60 famiglie che necessariamente per poter “mangiare” hanno bisogno urgentemente di risposte chiare ed esigibili: il pagamento del proprio lavoro”.